Franco Alfieri sospeso dalle cariche di sindaco e presidente Provincia dopo l’arresto per corruzione e turbativa d’asta

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Franco Alfieri sospeso dalle cariche di sindaco e presidente Provincia dopo l’arresto per corruzione e turbativa d’asta

Il prefetto di Salerno, Francesco Esposito, ha disposto la sospensione di Franco Alfieri dalle cariche di sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia. Al suo posto, subentrano la vice sindaca Maria Antonietta Di Filippo e il vice presidente della Provincia Giovanni Guzzo come facenti funzione.

La decisione arriva in seguito all’arresto di Alfieri, detenuto da ieri nel carcere di Fuorni, a Salerno, in seguito a un’inchiesta giudiziaria che ha travolto la città dei Templi. L’indagine, che ha portato all’emanazione di un’ordinanza cautelare di 114 pagine firmata dal gip Valeria Campanile, ha rivelato dettagli significativi riguardanti i reati contestati ad Alfieri, ovvero corruzione e turbativa d’asta. Coinvolti anche la sorella Elvira, il suo autista Andrea Campanile, il funzionario comunale Carmine Greco e due rappresentanti della Dervit, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, che si trovano agli arresti domiciliari.

La ricostruzione

L’inchiesta ha avuto inizio lo scorso gennaio, quando gli indagati sono stati oggetto di perquisizioni personali e domiciliari. Nonostante ciò, avrebbero continuato a portare avanti condotte illecite, ricorrendo persino all’uso di “pizzini” per comunicare nei loro uffici, nel tentativo di sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine. Alfieri, aiutato dal suo autista Campanile, avrebbe perfino controllato personalmente gli uffici per verificare la presenza di cimici piazzate dagli investigatori.

Il carcere

La misura detentiva per Alfieri è stata disposta per prevenire la reiterazione dei reati, poiché è considerato la «mente di un sistema organizzato per manipolare due appalti relativi alla pubblica illuminazione». Gli appalti sarebbero stati affidati alla società Dervit, con l’accordo che quest’ultima concedesse subappalti all’impresa di famiglia Alfieri. Un elemento chiave dell’accusa è una fattura di 250mila euro, ritenuta irregolare dalle autorità per l’anomala riduzione del profitto della Dervit a favore della Alfieri Impianti.

Gli altri indagati

Il coinvolgimento di Andrea Campanile, considerato il tramite tra Alfieri e i tecnici, emerge chiaramente dalle intercettazioni telefoniche, in cui Campanile stabiliva tempi e modalità per l’aggiudicazione degli appalti. Le Fiamme Gialle hanno condotto ieri mattina perquisizioni in numerose imprese per indagare sui rapporti con la Dervit.

Nel frattempo, la comunità di Capaccio Paestum e i social media sono divisi tra sostenitori del garantismo e coloro che condannano Alfieri.

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