Frase choc De Luca sulla Bindi, per il M5S Campania: «Dimissioni immediate»

| di
Frase choc De Luca sulla Bindi, per il M5S Campania: «Dimissioni immediate»

«Il presidente De Luca è indegno di rappresentare le istituzioni e i cittadini campani. E’ un uomo dalle modalità violente che mostra una costante propensione alle minacce verbali. Veri e propri atti intimidatori a scopo di vendetta politica che non si discostano dal lessico camorrista. È l’ennesima sua minaccia, questa volta resa persino più grave per il fatto di essere indirizzata a una donna». Forte polemica in seguito alla frase choc del presiedente della Campania Vincenzo De Luca nei confronti del presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi. A parlare sono i consiglieri campani del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino e Maria Muscarà. La dichiarazione che ha acceso il fuoco della controversia appare in un video della trasmissione ‘Matrix’, in cui De Luca dice: «Quello che fece la Bindi è stata una cosa infame, da ucciderla. Ci abbiamo rimesso l’1,5%, il 2% di voti». De Luca si riferiva al fatto che Bindi lo aveva inserito nella lista dei ‘candidati impresentabili’  quando le elezioni regionali del 2015 erano orami vicinissime.

Le reazioni dei politici Le parole di De Luca hanno destato scalpore allo stesso presidente del consiglio Matteo Renzi che al Tg1 ha dichiarato che le parole usate da Vincenzo De Luca «sono totalmente inaccettabili», esprimendo poi piena solidarietà a Rosy Bindi. Lorenzo Guerini, portavoce e vicesegretario del Partito democratico parla di «parole inaccettabili» esprimendo anche lui solidarietà per Bindi. Debora Serracchiani (Pd) residente della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia con un tweet ha affermato che «sono inaccettabili certi toni» inviato De Luca a porgere al più presto le sue scuse. Pietro Grasso, il presidente del Senato invece afferma: «Non pensavo che spostandomi in politica avrei sentito delle parole che ero abituato a sentire quando ero procuratore antimafia – dice Grasso – . Certe cose un rappresentante delle istituzioni non deve pensarle né dirle. De Luca chieda scusa alla Bindi e smetta di imitare Crozza». Hanno espresso solidarietà alla Bindi, la quale ha ringraziato con un Tweet, e condannato le parole di De Luca anche il vicepresidente della commissione antimafia Claudio Fava, Pippo Civati e Beatrice Brignone. 

De Luca chiarisce la sua posizione Eppure, per De Luca, il video del fuori onda di Matrix, pubblicato successivamente sul sito della Mediaset, altro non è che «l’ennesimo atto di delinquenza giornalistica». Sul proprio profilo Facebook, infatti, De Luca prova a chiarire la vicenda affermando di non aver rilasciato, nell’intervista a Matrix, «nessuna domanda, tantomeno alcuna risposta ha riguardato l’onorevole Bindi». Poi spiega: «Verificheremo con l’ufficio legale gli estremi della querela a fronte di una evidente violazione della privacy e violenza privata esercitata. Un ennesimo episodio di scorrettezza professionale e di inciviltà. Per il resto, la vicenda – grave – di un anno fa è chiusa. Non c’era e non c’è alcun problema con l’On. Bindi, nei cui confronti, al di là di ogni differenza politica, riconfermo il mio rispetto oltre ogni volgare strumentalizzazione».

«Le scuse come rito auto assolutorio non bastano – tuonano le consigliere regionali del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino e Maria Muscarà -, anzi peggiorano la sua posizione. Il trincerarsi dietro il fatto che la sua affermazione sia stata ripresa a fine intervista, delinea appieno il personaggio, non dice mai la verità, reputa i cittadini degli stupidi a cui propinare quello che vuole. Perciò chiediamo – aggiungono –  le immediate dimissioni di De Luca. Un uomo così non può ricoprire il ruolo di presidente della Regione Campania. Come donne e cittadine nelle istituzioni ci sentiamo umiliate e offese da parole gravissime e inaccettabili – aggiungono in conclusione –  che contribuiscono a fomentare la violenza contro le donne». 

I cattivi rapporti tra De Luca e Bindi Rosy Bindi venne querelata da De Luca in seguito all’inserimento del suo nome nella lista degli impresentabili a sole 24 ore dal voto delle regionali 2015. La querela è stata poi archiviata dal gip di Roma. Il motivo per il quale De Luca venne iscritto alla famosa lista si cela dietro il processo ‘Sea Park’. Il nome del processo deriva dal nome che avrebbe dovuto prendere il parco marino mai realizzato a Salerno. De Luca venne in seguito assolto definendo l’iniziativa di Bindi come «infame ed eversiva».

©

Consigliati per te

©Riproduzione riservata