Fuga dal Cilento, lo studio: «Soltanto il 16 per cento dei ragazzi vuole restare»
| di RedazioneSi discute da anni della fuga dei giovani, soprattutto laureati e formati, dal Mezzogiorno. Una lenta emorragia che in alcune zone ha dei picchi davvero preoccupuanti. La Regione Campania e Unicef hanno presentato il Rapporto «Crescere nelle aree interne. Le esperienze di vita di bambini, bambine e adolescenti nel contesto del Cilento interno» realizzato dall’Unicef Innocenti – Ufficio Globale di Ricerca e Previsioni Strategiche di Firenze. E i risultati sono a dir poco negativi: soltanto il 16 per cento ha intenzione di rimanere nel Cilento. I dati sono riportati dal Corriere del Mezzogiorno.
I dati
Realizzato nell’ambito del progetto MAPS/Monitoring and Analysing child Poverty across Space, lo studio è basato su dati raccolti su 1668 ragazzi/e (901 della scuola primaria e 767 della scuola secondaria) divisi su 13 scuole del Cilento. Sono stati coinvolti anche genitori, persone della comunità, insegnanti, personale sanitario, rappresentanti delle organizzazioni locali, politici e studiosi del tema. Un modo per «comprendere le sfide e le opportunità di bambini/adolescenti che vivono in aree marginalizzate e migliorare la comprensione del fenomeno della povertà infantile territoriale, in particolare nelle aree del Cilento interno, dove spopolamento, chiusura di servizi essenziali e mancanza di opportunità economiche contribuiscono al progressivo impoverimento della comunità con effetti negativi sul benessere di bambini e adolescenti».
Depressione
Dall’indagine riportata dal Corriere del Mezzogiorno emergono infatti forti segnali di «depressione» legata allo spopolamento, con molti giovani che faticano a immaginare un futuro diverso nel loro luogo d’origine. Questa tendenza è evidente in tutto il Cilento Interno, dove, solo il 16% dei ragazzi pensa di rimanere nel proprio territorio da adulto. I genitori e in particolar modo le madri pur apprezzando il supporto della comunità e il clima di tranquillità – i territori del Cilento interno offrono un ambiente sicuro per i bambini, con bassi livelli di criminalità e una comunità coesa – manifestano ansia rispetto alla lontananza dai servizi sanitari di base e alle difficoltà legate alle molteplici e talvolta complesse necessità del neonato. La mancanza di pediatri per periodi prolungati e la distanza dai principali ospedali possono rappresentare problemi significativi. Per i bambini e le bambine delle scuole primarie si evidenzia un forte attaccamento ai paesi e al loro patrimonio naturalistico e culturale.
Tuttavia, con il crescere dell’età il territorio diventa meno in grado di soddisfare i bisogni multidimensionali dei bambini e degli adolescenti. I dati mostrano, infatti, che la proporzione di bambini/ a cui piace il posto in cui vive si riduce dal 42.3% al 12.9% col crescere dell’età nei comuni intermedi. Le scuole superiori sono spesso, poi, al di fuori dell’area di residenza degli studenti, il che li costringe a compiere scelte di indirizzo scolastico basate sulla distanza piuttosto che sulle proprie aspirazioni. Inoltre, l’offerta di attività extrascolastiche è molto limitata soprattutto per chi vive nelle zone periferiche dove 1 ragazzo su 3 non li frequenta a causa dell’eccessiva distanza dai luoghi dove si svolgono. La natura stessa, così fortemente caratterizzante il territorio, nella vita degli adolescenti è spesso marginale: il 59.3% degli adolescenti (14-18) dichiara di passare poco o per nulla tempo nella natura.
La solidarietà e le aspirazioni
Gli adolescenti del Cilento Interno conservano un forte senso di comunità e solidarietà. Questa solidarietà si basa sull’aiuto reciproco e sulla consapevolezza di vivere in una piccola comunità dove tutti si conoscono. Tuttavia crescendo, la percezione prevalente è che siano pochi gli adulti che si impegnano concretamente per il bene della collettività e dei bambini. L’università rappresenta una forte aspirazione, soprattutto nelle aree intermedie, rispetto a quelle periferiche. I ragazzi provenienti da famiglie a basso reddito mostrano una percentuale più bassa di aspirazioni universitarie (34%) rispetto ai ragazzi provenienti da famiglie con reddito elevato (73%). L’inadeguatezza dei collegamenti tra i paesi e le frequenti interruzioni della viabilità sono percepite dai ragazzi come uno dei principali problemi.
Gli autobus e i pullman esistenti operano in orari limitati, principalmente durante le fasce orarie scolastiche, lasciando ai giovani poche opzioni a meno che non dispongano di un mezzo privato. L’evento di presentazione è stato aperto da Elisabetta Garzo, Presidente Tribunale di Napoli, Giovanni Galano, Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza per la Regione Campania e Emilia Narciso, Presidente del Comitato UNICEF Campania. Nel corso dell’evento, i ricercatori dell’UNICEF Innocenti – Ufficio Globale di Ricerca e Previsioni Strategiche Alessandro Carraro, Caterina Arciprete e Gwyther Rees e una delegazione di ragazzi e ragazze degli Istituti Comprensivi e Superiori del Cilento Interno hanno presentato il rapporto. Ãê poi seguita una tavola rotonda con Gabriele Iuliano, Sindaco di Roccadaspide (Comune capofila Area interna del Cilento interno), Lucia Fortini, Assessore alla Scuola, Politiche sociali e Politiche Giovanili della Regione Campania, Carlo Marino, Sindaco di Caserta e Presidente ANCI Campania, Panico Gilda, Presidente Ordine Assistenti sociali della Regione Campania.
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