Fuochi, vietato spararli ma il mercato non si ferma: pronta la “bomba Covid”

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Fuochi, vietato spararli ma il mercato non si ferma: pronta la “bomba Covid”

Più di una tonnellata e mezzo di fuochi pericolosi e quattro arrestati ai domiciliari, che stavano rischiando la vita saltando in aria e facendo morire anche i vicini di casa. Nessuna preoccupazione per questi “fuochisti” che tra chi rischiava per colpa loro potesse esserci anche qualche bambino. A mezzanotte di giovedì 31 dicembre anche la Campania sarà zona rossa e andare per strada a sparare fuochi sarà vietato. I controlli stradali delle forze dell’ordine sanzioneranno i contravventori in tutta la provincia. Ma questa misura non ferma l’economia sommersa e rischiosa alla quale la Guardia di Finanza ha inferto un bel colpo, sequestrando una produzione già pronta per essere venduta consegnandola a domicilio, e che rispetto allo scorso anno non ha subito la minima flessione.


Circolano voci sulla “bomba Covid” che col suo fragore, nella mentalità di chi usa sparare botti vietati a fine anno, metterebbe in fuga questo 2020 e addirittura la pandemia. Non ce n’è traccia, ma se ne parla. Il Comando provinciale delle Fiamme gialle lavora intensamente e con il secondo Nucleo operativo del Pronto impiego di Napoli al comando del capitano Raffaele Carputo, la compagnia di Giugliano del capitano Oscar Samuele Olivieri, che ha agito con i finanzieri di Portici e il gruppo di Frattamaggiore del maggiore Carmine Bellucci, hanno verificato che quest’anno c’è il rischio di nuovi ferimenti, vista la quantità di botti che stavano per essere messi in commercio e che sono riusciti a intercettare. Ad Acerra non era nuovo a questo commercio il 25enne che gli ordigni li teneva in casa: 750 chili. Vendeva il pacchetto completo, comprese le strutture su cui montare i fuochi, in parte fabbricati nel Napoletano, in parte acquistati presumibilmente da organizzazioni straniere, forse cinesi. Erano bombe carta, come quelle usate dal racket per far saltare le saracinesche di chi non paga il pizzo. Al fermato hanno sequestrato anche tre mortai artigianali, tubi assemblati allo scopo, pronti per la consegna ottenuta su prenotazione. C’erano altri due fuochisti senza patentino e senza permessi che viaggiavano da Ercolano a Torre del Greco, ai quali le Fiamme gialle hanno trovato in macchina un carico di “rendìni”, mezze bombe o “cipolle”, per un totale di un quintale e mezzo: sono finiti ai domiciliari anche loro mentre un terzo, che nascondeva un altro carico in un terreno di Ercolano, è stato denunciato.


Quest’anno gli esperti hanno notato un ritorno ai botti tradizionali come i cosiddetti “tracchi” e “cipolle”, mentre nello stesso periodo del 2019 i “rendìni” erano pochi ma si preparavano molti “Cobra”, cilindri scuri pieni di polvere da sparo, più facili da fabbricare. I sequestri operati finora, dicono le Fiamme gialle, non fanno dedurre nessuna flessione nella produzione: i botti illegali ammontano ad almeno 10 tonnellate nell’ultimo mese dell’anno. Il segreto per capire se un botto è sicuramente illegale? Tre colpi secchi e l’esplosione. Il mondo parallelo dei fuochi pericolosi ha avuto produzioni a numero limitato vendute a prezzi stratosferici come “ Il pallone di Maradona” o la “bomba di Bin Laden”.

I botti legali ammessi “per uso personale” non possono superare i 25 chili, ed anche quelli leciti, andando oltre questo peso diventano illegali. A Frattamaggiore la Guardia di Finanza ha trovato a un 34 enne di Nola che trasportava 252 chili di fuochi legali, tra “candele romane”, “razzi” e “batterie” non pericolosi, ma il peso in eccesso glieli ha fatti sequestrare. Bastava infatti l’accensione di un singolo pezzo per causare l’effetto “simpatia” della polvere da sparo. A Castello di Cisterna durante una perquisizione domiciliare sono finite agli arresti domiciliari due persone con 375 chili di ”Cobra”, suddivisi in 38 cartoni stoccati in casa, decine di cartoni ammassati tra cucina e camera da letto, pari a una massa attiva di 268 chili di polvere da sparo che, se esplosi, avrebbero causato la morte dei due. Avevano anche una pressa metallica che utilizzavano per aumentare la potenza dell’esplosivo nei cilindri. Potevano saltare in aria anche senza la minima scintilla.

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