Fuorni, detenuto 37enne muore in cella: indagato il medico

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Fuorni, detenuto 37enne muore in cella: indagato il medico

A una settimana dalla tragica scomparsa di Renato Castagno, 37enne salernitano detenuto nel carcere di Fuorni, emergono nuovi sviluppi nell’inchiesta sulla sua morte. La Procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli, ha iscritto nel registro degli indagati il medico in servizio presso la struttura penitenziaria al momento del malore fatale. L’ipotesi di reato contestata è omicidio colposo.

Domani mattina verrà affidato l’incarico per l’autopsia, che dovrebbe essere eseguita nel pomeriggio. L’esame autoptico sarà determinante per chiarire le cause del decesso e consentire il rilascio della salma, attualmente sotto sequestro presso l’obitorio dell’ospedale “Ruggi”. La famiglia e gli amici di Castagno chiedono a gran voce giustizia e risposte su quanto accaduto.

Le indagini condotte dal pm Katia Cardillo hanno portato all’acquisizione di documenti relativi ai soccorsi ricevuti dal detenuto, oltre alle testimonianze di operatori sanitari e detenuti presenti al momento dell’accaduto. Tra i punti da chiarire vi sono i tempi di intervento dell’ambulanza: secondo la difesa di Castagno, rappresentata dall’avvocato Bianca De Concilio, i soccorsi sarebbero giunti con un ritardo di 45 minuti, mentre fonti istituzionali parlano di un tempo di attesa di circa 15 minuti.

Un altro nodo cruciale riguarda il momento esatto del decesso. Secondo la versione dell’avvocato De Concilio, Castagno sarebbe morto all’interno del carcere, mentre altre fonti sostengono che il decesso sia avvenuto durante il trasporto in ospedale o al “Ruggi”.

La storia clinica del 37enne aggiunge ulteriori interrogativi. Castagno aveva subito due ictus in passato ed era affetto da problemi di ipertensione. Queste condizioni di salute avevano portato il gip Giandomenico D’Agostino a concedergli gli arresti domiciliari nel 2021, per il rischio legato alla detenzione. Tuttavia, dopo la conferma della condanna da parte della Cassazione nell’ottobre scorso, era stato trasferito nuovamente a Fuorni, dove avrebbe avuto difficoltà a seguire la terapia medica necessaria. Il suo legale aveva presentato una nuova richiesta di detenzione domiciliare il 13 febbraio scorso, ma la risposta è arrivata due giorni dopo la sua morte: il tribunale ha dichiarato il non luogo a provvedere per intervenuto decesso.

Un ulteriore elemento su cui si concentrano le indagini riguarda la gestione della documentazione sanitaria. Secondo il tribunale di sorveglianza, il medico del carcere non aveva ricevuto la documentazione clinica necessaria per valutare le condizioni del detenuto. Tuttavia, l’avvocato De Concilio sostiene che tali documenti fossero già in possesso del tribunale da tempo.

L’autopsia sarà dunque fondamentale per chiarire le cause della morte di Renato Castagno e stabilire eventuali responsabilità nella catena dei soccorsi e della gestione sanitaria all’interno della struttura penitenziaria.

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