«Gaetano Paolino non era candidabile». Caos tra gli avvocati a Salerno. Tutto da rifare
| di RedazioneIl presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, Gaetano Paolino, non era candidabile (e di conseguenza non era elegibile) al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno per il quadriennio 2023/2026. È quanto evidenziato dalle Sezioni Uniti Civili della Corte di Cassazione (presidente aggiunto Pasquale D’Ascola ; presidente di sezione Rosa Maria Di Virgilio) e riportato in un’ordinanza pubblicata ieri che ha “cancellato” la precedente decisione del Consiglio Nazionale Forense che aveva accertato la legittimità della candidatura dell’amministrativista salernitano. Un vero e proprio terremoto nell’avvocatura salernitana: il Consiglio Nazionale Forense, infatti, ora dovrà prendere atto del provvedimento che potrà far scattare la decadenza di Paolino.
E, di conseguenza, del presidente dell’Ordine. La decisione. La delibera di proclamazione degli eletti al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno per il quadriennio 2023/2026 era stata impugnata – con richiesta di annullamento – al Consiglio Nazionale Forense dagli avvocati Maura De Angelis, Francesca Di Renna, Gennaro Greco , Remo Fabio Pipi e Saverio Vignola : all’indice era finita non solo la parte in cui veniva eletto Paolino ma veniva contestata anche la precedente delibera con cui venne accettata la candidatura del legale «in ragione – si legge nel dispositivo della Cassazione – della sua incandidabilità/ ineleggibilità». Nel ricorso era stato evidenziato che Paolino, già consigliere nel quadriennio 2015/2018, era rimasto in carica dal 7 febbraio del 2015 al 19 luglio 2019, giornata in cui erano stati eletti i consiglieri per il quadriennio successivo. Paolino – che non si era candidato per questo mandato – aveva ripresentato la candidatura per il periodo 2023/2026 «senza che fosse decorso un numero di anni pari a quelli del mandato precedente».
Facendo due calcoli, infatti, erano trascorsi solo 3 anni e 5 mesi mentre il precedente mandato fu pari a 4 anni e 7 mesi. Motivazioni che, però, non furono accolte dal Cnf che, il 4 maggio del 2023, depositò la sentenza con cui rigettò il ricorso degli avvocati salernitani, evidenziando che bastava la durata oggettiva del mandato per potersi ricandidare. Su questa decisione è stato presentato ricorso in Cassazione. Con il colpo di scena delle ultime ore: per i giudici delle Sezioni Unite Civili, infatti, l’istanza merita accoglimento e, dunque, va cassata la precedente sentenza del Consiglio Nazionale Forense.
«Nel caso di specie – si legge nell’ordinanza – è pacifico che la consiliatura “saltata” dall’avvocato Paolino (2019/2022) ha avuto oggettivamente una durata inferiore al quadriennio (tre anni e cinque mesi) a seguito della proroga di quella precedente (durata di fatto quasi quattro anni e sette mesi); in una situazione siffatta, la ricandidatura dell’avvocato Paolino alla tornata elettorale 2023/2026 ha violato le prescrizioni delle norme, in quanto effettuata senza che fosse trascorso un intervallo uguale a quello degli anni in cui si era svolto il precedente mandato», scrivono i giudici accogliendo, dunque, quanto segnalato dai ricorrenti. «Deve invero ribadirsi che la nozione di mandato va intesa in senso oggettivo, dovendosi far riferimento alla durata effettiva delle consiliature. Non è sufficiente che vi sia stato un “fermo” di consiliatura e che la consiliatura saltata sia giunta alla naturale scadenza, ma occorre anche che sia decorso un periodo di durata eguale al mandato».
Le conseguenze. La Corte, dunque, ha accolto il ricorso, cassando la sentenza e rinviando la sua decisione al Consiglio Nazionale Forense. Che, adesso, dovrà prendere atto della decisione della Cassazione che potrà far scattare la decadenza di Paolino. Poi toccherà al Consiglio decidere il futuro: avrà facoltà, infatti, di eleggere un nuovo presidente o presentare le dimissioni, dando così il via alla nomina di un commissario in attesa di nuove elezioni.
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