Giffoni Valle Piana, coinvolto nell’omicidio del padre: torna ai domiciliari per laurearsi 

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Giffoni Valle Piana, coinvolto nell’omicidio del padre: torna ai domiciliari per laurearsi 

«Ciruzzo, non è giusto che tu stia lì e chi ti ha ucciso faccia la bella vita a casa». Con queste parole, Luca Palmieri ha espresso il suo profondo dolore e la sua rabbia per la morte del fratello Ciro, il panettiere assassinato il 29 luglio 2022 dalla moglie Monica Milite e dal figlio, nella loro abitazione a Curti, una frazione del comune di Giffoni Valle Piana. L’omicidio brutale scosse l’intera comunità, ma recenti sviluppi giudiziari hanno riacceso il dolore dei familiari della vittima.

La notte dell’omicidio, Ciro Palmieri fu accoltellato dai suoi familiari dopo l’ennesima lite. Il corpo fu successivamente fatto a pezzi, messo in sacchi della spazzatura e gettato in un dirupo lungo la strada provinciale per Serino, in località Carbonara. Le immagini delle telecamere di sicurezza della casa, che i colpevoli tentarono invano di cancellare, furono recuperate dai carabinieri del Ris, fornendo prove decisive per il processo.

Attualmente, Monica Milite e il figlio maggiore si trovano in carcere, imputati per omicidio. Tuttavia, il figlio minore di Ciro, coinvolto nell’assassinio, ha recentemente ottenuto gli arresti domiciliari. La Corte d’Assise di Salerno ha accolto la richiesta del fratello maggiore, estraneo ai fatti, che si è offerto di ospitarlo e di sostenerlo economicamente, permettendogli di proseguire gli studi universitari in Scienze e tecnologie informatiche.

Questa decisione ha generato indignazione e profonda frustrazione nella famiglia Palmieri, soprattutto in Luca, che ha espresso il suo disappunto sui social: «Provare dolore e rabbia per un fratello barbaramente squarciato e fatto a pezzi diventa segno di criminalità, mentre i veri criminali sono trattati come vittime». Il messaggio trasuda l’amarezza di chi vede ingiustizia nella concessione di misure più leggere per uno degli autori dell’omicidio.

Il prossimo 18 ottobre sarà una giornata carica di significato per Luca Palmieri. In quella data, che coincide con il suo onomastico e compleanno, ha deciso di recarsi sotto il tribunale di Salerno per protestare contro quella che ritiene una profonda ingiustizia. «Venerdì 18 ottobre è diventato il giorno più brutto della mia vita: ho seppellito mio fratello Ciruzzo per colpa di tre assassini che oggi vivono, mentre noi in famiglia siamo distrutti» ha dichiarato Luca, esprimendo tutta la sua sofferenza per una tragedia che continua a segnare la sua vita e quella dei suoi cari.

La sentenza del processo è attesa per gennaio, e la famiglia Palmieri continua a lottare per ottenere giustizia per Ciro, il cui omicidio ha lasciato una ferita profonda e indelebile nella comunità.

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