Giovanna Pellegrino, la cilentana che aiuta ad usare al meglio la propria voce
| di Marianna ValloneE’ una figlia del Cilento, Giovanna Pellegrino, giovane ma già affermata esperta di voce. Cantante, attrice e presentatrice, da anni si occupa di tutto ciò che riguarda la vocalità parlata e cantata, per guidare le persone verso un pieno utilizzo e scoperta delle proprie potenzialità vocali, emotive e comunicative. In occasione del workshop intensivo “Sblocca la voce” che ha tenuto lo scorso luglio al Muvi di Caselle in Pittari, l’abbiamo intervistata.
Giovanna, in cosa consiste il tuo corso?
In questo caso è stato un workshop di due giorni ma molto intenso. Abbiamo lavorato più di 16 ore ed è stato molto pratico. Con me c’è stato Daniele Apredda, il mio collaboratore Logopedista, che ha collaborato con l’università Federico II di Napoli, un logopedista che ha fatto tanta ricerca nella sua carriera e la fa tuttora, il quale mi ha accompagnata in questa full immersion in cui abbiamo unito metodo scientifico ed arte. E’ un corso di formazione per chi parla in pubblico.
Si tratta di un metodo ideato ad hoc per chi lavora con la voce?
Si chiama “Sblocca la voce” ed è un programma che prevede sia un percorso privato per raggiungere una certa padronanza, ma c’è anche una formula workshop con altri esperti, logopedisti, coach sportivi, psicologi, foniatri.
Spiegacelo meglio…
E’ un percorso di liberazione del suono e del corpo partendo dalla base: respirazione, fonazione, gesto e azione, parola. Fino ad arrivare alla produzione di un discorso efficace e funzionale, che rispetti la propria personalità, valorizzandone i punti di forza. E’ il primo passo per riuscire a fronteggiare il pubblico (da 3 a migliaia di persone) in una sala conferenze, un’aula, in video o su un palco, avendo piena padronanza delle tecniche base che permetteranno di gestire imprevisti, emozioni forti, obiezioni. Ma non è il classico corso di public speaking, perché va a lavorare sul mezzo che uno già ha a disposizione, la voce.
Ne farai ancora nel Cilento?
Sì, a novembre sarò di nuovo nel Cilento, sempre al MUVI a Caselle in Pittari, ma stavolta con un doppiatore, per avere maggiore consapevolezza della voce, per una formazione più completa ed approfondita ed ampliare le proprie competenze.
Sei una cantante ed attrice, da quando hai capito che questa era la strada da intraprendere?
Ho attivato corsi di Voce parlata ma la mia carriera da professionista è nata circa 15 anni fa. Questa è iniziata quando ho capito che la voce era lo strumento che utilizzavo di più. La formazione musicale e teatrale è stata fondamentale, perché attraverso questi due mezzi ho capito che la voce era lo strumento principale. A 13 anni ho avuto un calo di voce, che mi ha fatto crollare psicologicamente, da lì ho capito che avrei dovuto impegnarmi per non arrivare di nuovo a quelle condizioni. Mi è risuccesso ma avevo più strumenti per affrontarlo. E poi la voce è lo strumento di relazione, quello che ci identifica. Così ho iniziato due anni fa dopo il Corso di Alta formazione in Vocologia Artistica a Ravenna. E’ tutto lì: corpo, emozioni e voce. Ho capito che era il caso di condividere tutto questo con chi non aveva consapevolezza delle possibilità della voce.
E poi è nato anche il “Salotto della voce”?
Quello è nato per scherzo. Dovevo far sapere che è importante utilizzare la voce ma volevo farlo con un linguaggio più semplice e diretto. Quindi con dei video, piccole pillole, do consigli su fiato, corde vocali, ecc. E poi questa rubrica vede protagonisti molti grandi del mondo della voce, personalità importanti come Eleonora Bruni, Franco Fussi, Erika Biavati, Renato Novara. Ho ospitato anche Drusilla Foer che ha parlato della voce sul palco. Da novembre arrivano altre 10 puntate, che si possono anche riascoltare e scaricare in podcast. E’ una rubrica di informazione e divulgazione andata davvero molto bene, c’è un grande interesse.
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