Giovedì la presentazione del libro “La via della musica”, romanzo ambientato ad Ascea e a Velia
| di Mariella MarchettiGiovedì 28 luglio alle ore 21, 30, organizzato dal Comune di Ascea, nell’affascinante cornice di Palazzo Ricci – De Dominicis, sarà presentato il romanzo di Francesco Meucci “La via della musica”, ambientato in buona parte ad Ascea e a Velia.
L’autore è un musicista professionista di musica classica che ha all’attivo migliaia di concerti in più di trenta nazioni e ha suonato nelle sale più prestigiose del mondo sotto la direzione di maestri di fama mondiale.
Il suo è un romanzo che affascina e avvince, è un viaggio visionario, una ricerca, a tratti difficile e disperata, che procede tra musica, spiritualità e passione.
La storia assomiglia a una partitura musicale: comincia con un pianissimo per poi sconfinare in un crescendo esplosivo di spiritualità ed emozioni che riescono a schiudere la porta che ostinatamente teniamo chiusa: quella dell’infinito.
Il romanzo, ponendosi alla confluenza tra il romanzo di formazione, il genere giallo, quello psicologico e in parte, quello autobiografico, è un’opera onirica, multisfaccettata, nella quale il filo conduttore è innanzitutto la musica che il protagonista Edu, con un’idea visionaria e rivoluzionaria, vuole liberare da convenzioni, da compromessi, dai lacciuoli che la imbrigliano e che nulla hanno a che fare con il suo linguaggio universale, restituendola al mondo intero come messaggio di speranza e di rinascita.
Una rivoluzione pacifica e semplice, quella immaginata dal giovane Edu che imbraccia per la sua battaglia le armi insolite degli strumenti musicali e la forma più elevata di arte, il cui linguaggio universale non può non arrivare a tutti i cuori, a quelli puri, ma anche a quelli di coloro che diffidano di poter liberare la propria anima dalla ruvida, coriacea e ormai incrostata indifferenza.
E così il protagonista, mentre lotta con sè stesso, con il suo doppio che sembra rimandare ad un personaggio pirandelliano, opera il suo personale viaggio di formazione immaginando un’ideale trasformazione del mondo intero, che può, deve cambiare attraverso le note più sublimi che lui ravvede nella Sinfonia numero 9 di Beethoven. Partendo proprio dai luoghi di Parmenide e diffondendosi per l’intero pianeta, le note diventano un canto, una preghiera, elevazione, una poesia che può unire tutti gli uomini facendoli diventare nuovamente Uno.
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