Gli anziani abbandonati. E se per qualcuno avesse ragione Toti?
| di Redazionedi Pasquale Sorrentino
La vicenda della casa di riposo di Buonabitacolo, la “Sacro Cuore”, è un esempio, ovviamente negativo, di reiterazione della disattenzione verso chi è ultimo. Verso chi – come ha detto il presidente della Regione Liguria – non è produttivo verso la società. La dichiarazione del governatore ligure ha scatenato una marea di proteste, di indignazione, di ribellione (soprattutto social) ma mi ha fatto sovvenire un dubbio. Se qualcuno non lo dice ma lo pensa, quel pensiero? O meglio, se qualcuno agisce proprio in linea all’idea – poi argomentata – di Toti?
Non è il caso della casa di riposo di Buonabitacolo, dove gli ospiti sono trattati bene, molto. Il problema è generale e riguarda l’assistenza che manca nell’emergenza dall’esterno.
La reiterazione di alcuni atteggiamenti da parte di istituzioni, sovraistituzioni, dirigenti vari, fa propendere che, beh, qualcuno non proprio rispetti le persone più deboli di fronte al Covid. Così come è accaduto per le case di riposo (anche se poi cambia la dicitura legale e i diritti e i doversi) di Sala Consilina e Padula sembra che le istituzioni se ne lavino le mani, lascino il cerino al sindaco di turno – “sfortunato” – che si trova la casa di riposo colpita dal virus in casa. E non si pensa, non lo si è fatto a marzo, non lo si fa ora, a un disegno corale per il Vallo di Diano, eppure le autorizzazioni per le varie case di riposo, Rsa, case-alberghi e varie, arrivano sempre dal Consorzio Piano sociale di Zona che è diretto dai politici. Politici che spesso, troppo spesso, si nascondono dietro chi dirige, fisicamente il Consorzio, dimenticandosi di farne parte.
L’ospitalità per gli anziani in un’area come quella del Vallo di Diano dove l’anagrafe tende in favore dei meno giovani è un vero e proprio business. Terzo settore sì, persone che amano ciò che fanno pure, ma resta un imponente giro di affari che meriterebbe più attenzione verso chi quei soldi li fa comunque muore. Altro che improduttività della società. Per qualcuno producono – economicamente – davvero tanto. E allora, ben venga questo business se però viene supportato da canali di solidarietà, di attenzione verso gli anziani. È stato necessario scrivere al prefetto, chiamare a destro e a manca per arrivare alla soluzione logica di un trasferimento in strutture ospedaliere per gli ospiti della “Sacro Cuore” più gravi. Lo si poteva fare prima, prima dei tre decessi. Probabilmente avrebbero perso comunque la vita, ma lo avrebbero fatto come si merita in una società che si definisce “civile”.
Il Vallo di Diano ancora una volta si riempie la bocca di teoria ma in pratica si perde e non riesce a fare squadra. Neanche di fronte alla morte. Neanche di fronte alla vita.
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