I benzinai confermano sciopero del 25 e 26 gennaio «se non ci saranno modifiche al decreto»
| di RedazioneLo sciopero dei benzinai, indetto per il 25 e 26 gennaio, al momento è confermato. Lo ha detto il presidente nazionale della Figisc Bruno Bearzi: «Se nell’incontro al Mimit non si riparte dal decreto si conferma lo sciopero».
Ai gestori delle pompe di carburanti aderenti a Fegica e Figisc Confcommercio non piace il decreto sulla trasparenza dei prezzi pubblicato sabato dal governo, soprattutto nella parte relativa alle sanzioni che rischiano i benzinai.
Esporre prezzo medio
Il presidente della Repubblica Mattarella ha firmato il decreto carburanti che è stato già pubblicato nella Gazzetta Ufficiale ed entra dunque in vigore da domani. Tra le norme c’è quella che prevede l’obbligo per i benzinai di esporre alla pompa un cartello che indichi il prezzo medio dei carburanti calcolato di giorno in giorno dal ministero per le Imprese. Multe per chi non lo fa.
Faib, il decreto criminalizza categoria
La giunta nazionale della Federazione dei gestori degli impianti di carburanti Faib Confesercenti esprime “delusione per l’esito dell’incontro di venerdì scorso, che pure si era svolto in un clima positivo” e “di conseguenza, conferma il giudizio di forte contrarietà sul decreto Trasparenza. Pesa la formulazione della norma che conferma l’obbligo di un nuovo cartello e l’inasprimento inaccettabile delle sanzioni”. Pertanto, lo sciopero contro “questo provvedimento inutile e dannoso resta congelato, in attesa dell’incontro di martedì già fissato al ministero delle Imprese e del made in Italy”. Nell’incontro di domani, “valuteremo se il Governo ha intenzione di accogliere le richieste della categoria o meno. E prenderemo le decisioni conseguenti che saranno illustrate nel dettaglio nella conferenza stampa unitaria, indetta per giovedì 19 gennaio”, fa sapere la Faib.
Per Assoutenti: i gestori farebbero bene a collaborare
«Denunciare le anomalie che si registrano nei prezzi dei carburanti non è gettare fango sulla categoria, così come non è un insulto chiedere più trasparenza in favore dei consumatori» spiega Furio Truzzi, presidente di Assoutenti. «Non capiamo il nesso tra la sacrosanta indagine aperta dall’Antitrust sulle irregolarità relative all’esposizione dei prezzi al pubblico, che dovrebbero essere contestate dagli stessi gestori, e lo sciopero della categoria. Riteniamo che in questo momento di grave crisi economica i gestori farebbero bene a collaborare con le associazioni degli utenti per il bene del Paese e per superare divergenze e contrapposizioni che non aiutano nessuno, ma alimentano solo tensioni», conclude.
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