I giganti nascosti nel Tirreno: i vulcani Marsili e Palinuro sotto osservazione
| di Redazione
Nel cuore del Mar Tirreno, al largo delle coste salernitane, si nascondono due giganti silenziosi: il Marsili e il Palinuro, due imponenti vulcani sottomarini attualmente al centro di studi scientifici per il loro potenziale impatto sulle aree costiere.
Il Marsili: il colosso del Mediterraneo
Il Marsili è il più grande vulcano sottomarino del Mediterraneo. Situato tra Palermo e Napoli, si estende per circa 70 chilometri di lunghezza e 30 di larghezza. Negli ultimi anni, ha mostrato segni di attività idrotermale e sismica, come confermato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in uno studio pubblicato nel maggio 2024.
Secondo gli esperti, il vulcano rilascia gas e acque calde dal suo interno, fenomeni accompagnati da piccoli terremoti superficiali. Sebbene non esistano evidenze storiche di tsunami causati dal Marsili, le simulazioni mostrano che un evento di questo tipo potrebbe generare onde anomale capaci di raggiungere le coste salernitane nel giro di pochi minuti. La scoperta di due caldere nella parte settentrionale del vulcano ha sollevato ulteriori interrogativi sulla possibilità di frane sottomarine che, se di grandi dimensioni, potrebbero amplificare il rischio di eventi anomali.
Il Palinuro: un vulcano esteso e poco profondo
A pochi chilometri di distanza dal Marsili si trova il Palinuro, un altro vulcano sottomarino di dimensioni imponenti. Con una lunghezza di circa 90 chilometri e una larghezza media tra i 20 e i 25 chilometri, la sua sommità si trova tra 70 e 80 metri sotto il livello del mare. Questa profondità relativamente ridotta potrebbe amplificare gli effetti di un’eventuale eruzione, rendendo il Palinuro un osservato speciale per la comunità scientifica.
Monitoraggio continuo e importanza delle ricerche
L’INGV sottolinea la necessità di intensificare le ricerche su questi giganti sommersi. “È scientificamente importante e socialmente doveroso approfondire il loro studio per comprendere meglio la reale pericolosità di frane e attività vulcanica”, affermano gli esperti. Per ora, non si registrano segnali di pericolo imminente, ma il monitoraggio costante rimane essenziale per prevenire rischi e garantire la sicurezza delle aree costiere.
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