I pescatori di Marina di Camerota su Rete 4: «Nostro mestiere a rischio per colpa dei limiti dell’Europa»
| di Marianna ValloneIl mestiere più antico e affascinante al mondo, la pesca, negli ultimi anni sta vivendo una delle crisi più gravi della sua storia. Una crisi dovuta soprattutto ai limiti imposti dall’Unione Europea. Così la sopravvivenza di molte famiglie che vivono di questa attività è messa a rischio.
A Marina di Camerota, con il suo porto tra i più grandi della provincia di Salerno, i pescatori stanno lottando per mantenere viva la loro tradizione millenaria e il loro lavoro. Nel servizio andato in onda su Di Sera su Rete 4, l’inviato Vincenzo Rubano ha raccolto le testimonianze degli uomini che ogni giorno affrontano il mare per portare a casa il proprio sostentamento. Fino a qualche anno fa il porto ospitava fino a 100 pescatori, oggi ne rimangono soltanto 22, la maggior parte dei quali ha oltrepassato i sessant’anni.
I pescatori hanno raccontato di come negli ultimi anni si siano sentiti sempre più oppressi dalle regole dell’Unione Europea, che limitano le quote di pesca e impongono restrizioni sempre più rigide. Questo ha portato a una diminuzione drastica delle catture e di conseguenza dei guadagni, mettendo a rischio la sussistenza di molte famiglie che dipendono dall’attività ittica.
Oltre al caro gasolio e alle nuove normative che vorrebbero eliminare definitivamente la pesca a strascico, i pescatori lamentano anche la concorrenza sleale degli allevamenti ittici industriali, che producono grandi quantità di pesce a prezzi più bassi e minacciano la sostenibilità della pesca tradizionale.
Ma nonostante le difficoltà, i pescatori di Marina di Camerota non si arrendono e continuano a lottare per difendere il proprio mestiere e la propria terra. Chiedono alle istituzioni di ascoltare le loro esigenze e di trovare soluzioni per rendere più sostenibile l’attività ittica, proteggendo le risorse marine e garantendo un futuro dignitoso per le generazioni future.
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