Iberis semperflorens, pianta coraggiosa delle coste del Parco nazionale del Cilento
| di Marianna ValloneGli appassionati di botanica in questo periodo dell’anno sulle coste cilentane possono ammirare la bella fioritura di Iberis semperflorens L. Pianta che ama le zone più soleggiate e si adatta a terreni aridi e rocciosi, dove cresce in tutta la sua grazia. «Iberis è pianta perenne che produce fiori bianchi a forma di croce, simbolo di purezza e di speranza», spiega Dionisia De Santis, esperta in botanica, in erboristeria e in fitoterapia, impegnata nel campo delle ricerche floristiche e della conservazione, anche autrice di diversi testi di divulgazione scientifica sulla flora del Cilento.
«L’ambiente delle scogliere marine è particolarmente difficile per le piante che vi vivono, perché devono sopportare le condizioni estreme di temperatura, salinità, umidità e vento. – evidenzia la De Santis – Iberis è una pianta che ha sviluppato diverse strategie per sopravvivere in questo ambiente ostile, come ad esempio le foglie carnose e coriacee, che le permettono di conservare l’acqua e di ridurre la traspirazione; i fiori piccoli e numerosi, si raggruppano in infiorescenze a forma di ombrella, che facilitano l’impollinazione da parte degli insetti. I frutti sono silique, capsule allungate che contengono i semi, che sono dispersi dal vento o dall’acqua. La bellezza di questa fioritura è anche nel contrasto tra il candore dei suoi fiori e il blu intenso del mare. – dice l’ideatrice e responsabile del Centro Studi Zephiro – Iberis semperflorens è una pianta rara e minacciata, che cresce solo in alcune zone del Mediterraneo. Questa pianta è protetta da diverse leggi e convenzioni internazionali, che ne vietano la raccolta e il commercio».
In generale, il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, per la sua complessità geologica e geomorfologica, comprende numerose specie botaniche endemiche. E’ il caso della famosa Primula di Palinuro e le pinete di pino d’Aleppo, simboli del territorio costiero, o le ampie faggete del complesso Gelbison-Cervati e le leccete miste a macchia mediterranea dei versanti assolati e rocciosi del massiccio degli Alburni. Sulle spiagge è ancora presente il sempre più raro Giglio marino.
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