Il calendario di Montesano sulla Marcellana al Premio «Salva la tua lingua locale»
| di Pasquale SorrentinoPrestigioso riconoscimento per il volume “Il Calendario di Montesano sulla Marcellana 1996 – 2019” che, nell’ambito del Premio Nazionale “Salva la tua lingua locale” istituito nel 2013 dall’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia (Unpli) e da Ali Lazio (Autonomie Locali Italiane), si è aggiudicato il secondo posto assoluto nella sezione “Fumetti”. Il concorso è organizzato ogni anno con la collaborazione del Centro Internazionale “Eugenio Montale” e E.I.P. “Scuola Strumento di Pace”, e nel 2019 ha ottenuto una Medaglia celebrativa del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’intuizione di iscrivere i calendari montesanesi al Premio si deve all’iniziativa della Proloco di Montesano, guidata da Antonio Perruolo.
Il riconoscimento ottenuto conferma la straordinarietà del volume che racchiude in un “unicum” ben 25 anni di Calendari di Montesano, dei quali le prime 13 edizioni (1996-2008) sono state realizzate dai docenti e dagli alunni della Scuola Primaria di Montesano sulla Marcellana, guidata all’epoca dal dirigente scolastico Angelo Sica. L’eredità è stata poi raccolta dal Centro Studi e Ricerche “Radici” di Montesano S/M, presieduto dallo stesso Angelo Sica, i cui soci hanno realizzato le successive 12 edizioni contenute nel volume, dal 2009 al 2019.
L’identità del Calendario di Montesano fin dall’inizio è stata inconfondibile, sia per i disegni realizzati dai bambini che per l’utilizzo di espressioni dialettali.
«Il dialetto è la lingua delle emozioni e degli affetti, il cordone ombelicale che lega le diverse generazioni ai territori» ha affermato il presidente dell’Unpli Antonino La Spina in occasione delle premiazioni del Concorso, che si sono svolte nella sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma.
«È un premio meritatissimo -commenta il Sindaco di Montesano sulla Marcellana Giuseppe Rinaldi– che testimonia la bontà dell’iniziativa del nostro direttore storico Angelo Sica e di tutti i suoi collaboratori. Nel corso di tanti anni, attraverso gli incontri con i nostri anziani e le loro testimonianze, ma anche grazie a studi approfonditi sulla tradizione orale e sul dialetto, i Calendari hanno raccolto le storie del nostro Paese. Sono storie di vita vissuta, quella vita dei nostri nonni che è ancora attuale e pregnante di significato. Un’opera immane che si afferma a livello nazionale: è un riconoscimento alla nostra storia. Ed è una grande soddisfazione come Comune di Montesano aver fortemente voluto la pubblicazione dei Calendari e del volume che li racchiude».
«Siamo venuti a conoscenza del Concorso -spiega Antonio Perruolo, presidente della Proloco di Montesano- tramite i canali dell’UNPLI, l’Unione delle Proloco d’Italia, e fin dal primo momento abbiamo pensato di partecipare presentando il meraviglioso volume che raccoglie 25 anni dei Calendari di Montesano. Avevamo ragione: tra i circa 700 partecipanti a livello Nazionale, il risultato finale ci ha visto salire sul podio e conquistare il secondo posto. Non ci meraviglia: questo testo costituisce una sorta di Bibbia per la comunità montesanese, rappresentandone usi, costumi e tradizioni. È un’opera fondamentale per difendere quella parte della cultura locale che si stava perdendo».
Grande ovviamente la soddisfazione del presidente del Centro Studi e Ricerche Radici Angelo Sica: «Devo ringraziare innanzitutto il Presidente e i soci della Proloco di Montesano -evidenzia- che hanno voluto sostenere questa iniziativa a livello nazionale, e l’Amministrazione Comunale, che ha contribuito alla pubblicazione dei Calendari e del volume che li raccoglie. Ma soprattutto voglio ringraziare la popolazione di Montesano, che è la vera protagonista dei Calendari. Quando abbiamo iniziato questa raccolta è stato per un motivo didattico: volevamo fare in modo che i bambini potessero apprendere meglio. Questa motivazione ci ha spinto alla ricerca sul territorio, perché i bambini sapevano lavorare molto bene su quello che conoscevano, sulle loro tradizioni, su quello che vedevano tutti i giorni. E così, insieme a loro, i libri di testo li abbiamo scritti noi».
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