Il giallo della firma di Franco Alfieri: dimissioni valide o nodo burocratico?
| di Redazione
Un mistero burocratico aleggia sulle dimissioni di Franco Alfieri, ex sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno. Sebbene la sua lettera di dimissioni sia stata protocollata nella giornata di ieri, il documento solleva dubbi non trascurabili: la firma dell’ex primo cittadino, attualmente agli arresti domiciliari, non risulterebbe autenticata correttamente. Un dettaglio che potrebbe complicare l’intero iter istituzionale.
Il nodo della firma
L’atto con cui Alfieri ha formalmente abbandonato la guida del Comune e della Provincia è stato depositato regolarmente, ma da subito è emerso un interrogativo: la sua sottoscrizione è valida? La questione non è di poco conto, perché senza una firma autenticata secondo le procedure previste dalla legge, il documento potrebbe risultare nullo. Questo significherebbe che le dimissioni non sarebbero ancora effettive e che l’iter per il commissariamento dell’ente potrebbe subire uno stop imprevisto.
Secondo fonti vicine all’ex sindaco, la decisione di lasciare gli incarichi è stata maturata dopo un confronto con i suoi legali, soprattutto alla luce del recente verdetto della Corte di Cassazione, che ha confermato gli arresti domiciliari. Nella sua lettera di dimissioni, Alfieri ha parlato di una scelta difficile ma necessaria, ribadendo la sua fiducia nella magistratura e dichiarandosi pronto a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati. Tuttavia, il dettaglio della firma rischia di trasformare il suo addio in un enigma legale.
Le reazioni politiche
La notizia ha scatenato un acceso dibattito politico. Il centrodestra, con il senatore Antonio Iannone di Fratelli d’Italia, ha annunciato un’interrogazione parlamentare per verificare la regolarità dell’atto: “Se la firma non è stata autenticata correttamente, le dimissioni potrebbero non avere valore. Questo potrebbe influire sulla tempistica delle nuove elezioni e sulla gestione della Provincia”. Anche il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha attaccato duramente: “Dopo anni di gestione discutibile, non possiamo permettere che persino le dimissioni diventino un problema burocratico”.
Dall’altro lato, il Partito Democratico ha difeso Alfieri. Il deputato Piero De Luca ha parlato di un atto di responsabilità: “La sua scelta dimostra il rispetto per le istituzioni. Ora è il momento di guardare avanti, evitando inutili speculazioni politiche”.
Possibili scenari
Se la firma di Alfieri dovesse risultare invalida, si aprirebbero diversi scenari. Il Prefetto di Salerno potrebbe chiedere un’integrazione del documento per sanare l’irregolarità, oppure si potrebbe assistere a un allungamento dei tempi prima della nomina del commissario. Questo potrebbe avere conseguenze sulle tempistiche delle elezioni comunali, rischiando di farle slittare ulteriormente.
Nel frattempo, l’attenzione resta alta anche sul fronte giudiziario. Il processo che vede coinvolto Alfieri inizierà il 20 marzo e potrebbe avere ripercussioni significative sul quadro politico locale. Il giallo della firma, dunque, si aggiunge a una vicenda già complessa, con sviluppi che potrebbero cambiare il destino amministrativo di Capaccio Paestum e della Provincia di Salerno nei prossimi mesi.
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