Il maracuoccio di Lentiscosa, l’antico legume del Cilento
| di Marianna ValloneIl mondo dei legumi è assai più variegato e vasto di quanto non si possa immaginare. Esiste un legume molto antico, coltivato solo in un piccolo paese del Cilento: il maracuoccio. Forse sarebbe più corretto dire il Maracuoccio di Lentiscosa, perché appunto è solo in questo piccolo lembo di terra, nella frazione collinare di Camerota, che questo legume trova vita. Le sue origini – come testimonia anche l’etimologia del nome – risalgono all’antichità. “Mar” indica qualcosa di amaro, mentre “cuoccio” si riferisce ad un baccello.
E’ ritenuto un antenato della Cicerchia e, come quest’ultimo, ha fatto a lungo parte della tradizione e dell’alimentazione contadina italiana. Un legume antico, dalla forma simile a quella di un pisello ma dalla forma squadrata e di un colore che può variare dal verde scuro al marroncino, al rossastro, spesso screziato o marmorizzato. Il gusto, in genere, è un po’ amarognolo. Per secoli è stato considerato alimento per il bestiame o fonte proteica per le popolazioni più povere e nei periodi di carestia. Oggi è presidio Slow Food e lode gastronomica di ristoratori e produttori del Comune che hanno deciso di recuperarlo e promuoverlo.
La produzione attualmente è modesta e vede il coinvolgimento di pochi produttori d’eccellenza. La coltivazione avviene ancora nel rispetto della tradizione antica, è manuale e non prevede l’uso di prodotti chimici di sintesi. Il terreno, per lo più soleggiato e calcareo, viene preparato nei mesi di ottobre e novembre. La semina invece avviene da gennaio a marzo e la raccolta a partire dalla fine di giugno, quando i piccoli baccelli raggiungono la completa essiccazione e sono quindi pronti per essere battuti. Le piantine sono molto basse e somigliano a quelle dei ceci.
Una volta estirpate vengono fatte essiccare per alcune settimane adagiate su un telo, infine battute per far uscire i semi. A differenza degli altri legumi, non può essere mangiato come una zuppa, come avviene per esempio con i fagioli o le lenticchie. Il maracuoccio, infatti, è legato a una pietanza tradizionale locale straordinaria: la maracucciata, una polenta realizzata cuocendo una farina – ottenuta dalla molitura del maracuoccio 60% – mescolata al grano (40%). Una polenta cilentana, energetica e gustosa, realizzata come quelle classiche.
Cambia il condimento: olio extravergine di oliva locale, pane a pezzetti tostato, cipolla, aglio e peperoncino, ingredienti che trasformano un piatto povero in un piacere unico per il palato. Lode gastronomica dei ristoratori del posto che la servono classica con la cuccia o rivisitata ed abbinata al pesce. (Foto Marianna Vallone)
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