Il mare come terapia, gli ospiti della Sir di Torre Orsaia in spiaggia con le famiglie
| di Marianna ValloneRaffaele “l’attore e poeta”, Cono “il colto”, Pasquale “il tuffatore” e poi Gino e Nicola, amici inseparabili. Sono i nomi di alcuni degli ospiti della Sir di Torre Orsaia, la Struttura Intermedia Residenziale della frazione Castel Ruggero, che raccontano una storia mai ascoltata prima, fatta di bellezza e normalità, quella delle piccole cose quotidiane: una mattinata al mare, un pranzo al lido, una barzelletta sotto l’ombrellone, un abbraccio fraterno, vero.
Anche il mare, con la sua forza curativa, irrompe nella quotidianità del centro, che sotto la guida, la passione e l’ispirazione della referente Caterina Speranza, è diventato una delle realtà più belle della provincia, una struttura modello in Italia. I pazienti leggono, recitano poesie, si dedicano all’orto, all’arte. Ma soprattutto vivono la loro quotidianità per essere autonomi e provare a riappropriarsi della propria vita. Da qualche giorno sono al mare, a Policastro Bussentino, un modo concreto di pensare al disagio e ai percorsi di cura e riabilitazione. La formula è quella della colonia: si va al mare al mattino e si rientra nella struttura dopo pranzo.
«Lo hanno deciso loro. – spiega Caterina Speranza – Preferivano poter tornare a casa dopo pranzo. Gli anni precedenti ci fermavamo una settimana in un hotel a Palinuro, si dormiva lì, ma il mare stanca e hanno scelto di stare in spiaggia solo al mattino». Raffaele, l’ospite più esuberante e chiacchierone, lo chiama “mare mordi e fuggi”.
I tredici ospiti, di cui dieci del centro e tre dell’appartamento, sono accompagnati dalla referente della Sir e dagli operatori della cooperativa Multiservice, una infermiera e due Oss, che sono coinvolti a pieno nell’esperienza. Il lido scelto è quello di Bagni Mario, a Policastro, di Mario e Pino, dove collabora Pasquale che li ha accolti con grande entusiasmo fin da subito. «Qui si sentono davvero a casa. – spiega la Speranza – Il cuoco poi prepara degli ottimi pranzi di pesce, per la felicità di tutti».
Il mare è stato pensato come percorso di cura perché riporta al centro l’esperienza ed il contatto diretto con la natura. La vacanza ha avuto subito l’ok del direttore dell’Unità operativa di Salute mentale Sapri Sant’Arsenio, Michele Di Genio. L’esperienza di mare è importante sia dal punto di vista della socializzazione, della scoperta di se stessi in un ambiente diverso dalla quotidianità e permette la costruzione di rapporti umani.
«E’ una struttura all’avanguardia. – racconta Mietta – perché li rendono responsabili e liberi. Gli operatori sono affettuosi, li trattano con normalità, come dovrebbe essere». I familiari possono così raggiungere gli ospiti e trascorrere delle ore insieme. Lo hanno fatto anche Mietta e Rosalba, le sorelle di Nicola. «E’ un luogo davvero stimolante». «Mio fratello poteva diventare un vegetale o un violento. – racconta Rosalba – Invece qui ha trovato la sua collocazione. C’è un’atmosfera meravigliosa nel Centro, sappiamo che nostro fratello è in buone mani. A casa era ingestibile, qui è cambiato. Ha anche trovato un amico fraterno, in Gino, che si occupa di lui con grande affetto. Nella struttura di Castel Ruggero è davvero rinato».
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