Il Meeting del Mare è una creatura che va protetta: grazie don Gianni per l’amore ai giovani e alla cultura
| di Luigi MartinoIn cosa si misura l’importanza di una creatura apparentemente immateriale? Cioè, se qualcuno dovesse recarsi nel posto più remoto del mondo e pronunciare le parole ‘Meeting del Mare’ senza aggiungere null’altro, con molta probabilità la faccia dell’interlocutore dovrebbe restare interdetta e il passaggio successivo potrebbe essere quello di chiedere delucidazioni in merito.
Perchè pronunciato così, ‘Meeting del Mare’, per chi non l’ha mai incontrato, per chi non l’ha mai vissuto, può sembrare, appunto, qualcosa di fermo, immobile, senza’anima.
Per chi invece ha avuto il privilegio di farsi attraversare la sua esistenza da questo bellissimo essere metà divino e metà terrestre, almeno una volta nella vita, ha capito (anche senza riuscire a metterlo nero su bianco così come si sta provando a fare qui) che la grandezza di un evento come il Meeting del Mare, si misura proprio prendendo in prestito tutti i suoi particolari più minuti che, per chi non è allenato a riconoscere e catalogare le bellezze, passano inconsapevolmente in sordina. E allora noi proviamo a farlo questo esercizio, magari mettendo le mani avanti e chiedendo scusa se qualcuno o qualcosa dovesse essere dimenticato.
Grazie don Gianni. Per la forza, la lungimiranza, l’abnegazione, la semplicità, l’amore per la cultura e per i giovani. Grazie per insegnare a tutti che con sacrifici e costanza le cose che creiamo possono mutare ma non si devono mai fermare. È così che crescono belle e forti. Grazie perchè sai tenere uniti i pezzi di un puzzle bellissimo, nonostante i tempi, nonostante gli ostacoli.
I tre giorni del Meeting del Mare sono collante per un popolo intero, quello del Cilento, che (probabilmente) senza nemmeno rendersene conto, si da’ appuntamento a Marina di Camerota per porsi delle domande, per ritrovarsi e rinnovarsi, per stare insieme senza troppe bandiere, per aprire le braccia e accogliere migliaia di persone provenienti da ogni angolo della nazione. Il Meeting del Mare è tante cose ma è anche un po’ il sunto della nostra terra, quella delle chiavi lasciate fuori ai portoni, degli ulivi, dei fichi, dei briganti, dei silenzi che raccontano più d’ogni altra cosa e delle difficoltà.
Grazie ai ragazzi che lo vivono, grazie ai ragazzi che lo prendono per mano e lo aiutano a crescere, grazie agli artisti che lo avvertono come un traguardo e un punto di partenza per conquistare nuove sfide, grazie a chi ci crede, grazie a chi lo osserva, lo critica e lo aiuta a diventare ancora più grande. Ventisette anni non sono tanti, se li si prova a collocare sulla linea dell’esistenza umana su questa terra, ma sono giganteschi se si prova a rapportarli con la difficoltà d’essere costanti, con la forza di combattere contro i cambiamenti.
Queste parole sono state solo trascritte sulle colonne di questo quotidiano ma in realtà sono semplicemente figlie degli occhi lucidi di don Gianni. Lui, che dopo tanto tempo riesce ancora ad emozionarsi quando il sipario si apre davvero e inizia un nuovo capitolo di questa storia che non avrà mai fine.
Il Meeting del Mare è dentro ognuno di noi per sempre. E ogni volta che torna, si ripete, si dona a noi, ci sentiamo tutti un po’ più sicuri, più vivi, più felici.
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