Il «miracolo» naturalistico della Primula Palinuri, fiore raro simbolo del Parco nazionale del Cilento
| di Marianna ValloneRiserve marine naturali, siti Unesco, giardini, boschi, fauna protetta, globocefali, tartarughe e lontre: Il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è luogo ricco di biodiversità ma soprattutto un paradiso con una flora unica al mondo, da salvaguardare e proteggere. Un mondo misterioso e ricco di fascino, a partire dal fiore scelto come simbolo del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, la Primula Palinuri, che vive sulle falesie costiere.
Conosciuta dai naturalisti di tutto il mondo e inserita negli elenchi internazionali delle specie protette e a rischio di estinzione, è l’unica varietà di Primula che cresce così a sud. Preferisce la vicinanza al mare e fiorisce tra febbraio e marzo, con fiori semipenduli gialli, riuniti in ombrelle, particolarissimi. Fiorisce mentre buona parte delle specie del posto sono in riposo vegetativo. Un miracolo che si ripete e che si può ammirare in pochissime stazioni, nei più o meno 100 chilometri di costa compresi tra Capo Palinuro e l’isola di Dino e la prospiciente scogliera di Fiuzzi, a Praia a Mare.
E’ una piccola pianta caratteristica del Tirreno meridionale. Rarissima e a rischio d’estinzione, è presente nel Cilento nel tratto che parte da Palinuro e arriva Marina di Camerota. Considerata un paleoendemismo, cioè una specie endemica relitta, risalente almeno a circa due milioni e mezzo di anni fa, la primula Palinuri è probabilmente l’unica superstite di una famiglia di primule. Nell’ambito del territorio sono state censite all’incirca 2200 piante vascolari spontanee. Tra di esse circa il 10% rivestono una notevole importanza fitogeografica essendo endemiche e/o rare.
«La biodiversità trova magnifiche espressione in Cilento per diversi fattori. Innanzitutto per la collocazione geografica e l’esteso contatto col mare, per la morfologia e l’orografia del territorio, estremamente complesso e articolato, per i rilevanti dislivelli altimetrici, dal livello del mare fino ai 1898 metri di altitudine del Monte Cervati, la montagna più alta della Campania, per i diversi substrati geologici, che si alternano e si presentano di natura calcarea, argillosa e arenacea; ed anche per la millenaria presenza di importanti attività umane quali la pastorizia e l’agricoltura che, nel tempo, molto hanno contribuito a plasmare i paesaggi e gli ecosistemi del territorio, ma senza toglierne la naturalità». Spiega Dionisia De Santis, esperta in botanica, in erboristeria e in fitoterapia, intensamente impegnata nel campo delle ricerche floristiche e della conservazione. Tra febbraio e marzo, periodo della fioritura, uno dei sentieri lungo i quali è possibile trovarla è quello che porta a Baia degli Infreschi da Monte di Luna, nei pressi di Marina di Camerota, attraverso un percorso di circa quattro chilometri che racchiude una biodiversità elevatissima. Maestosi alberi di ulivo, colline ricoperte di macchia mediterranea e di piccoli appezzamenti coltivati alternati a vigneti, pronti a convivere con la presenza di rocce, strette mulattiere, circondate di piante di ginestre e mirto.
Ad accompagnare camminatori e curiosi alla scoperta della rara primula c’è anche l’associazione Outdoor Cilento che ogni anno organizza racconta il lato più bello e a tratti sconosciuto del territorio e non solo, con escursioni alla portata di tutti, o quasi. La Primula Palinuri affascina al punto che qualche anno fa, per omaggiarla, è stato ideato anche il “Cammino delle Due Primule”, un itinerario da compiersi a passo lento della durata di quattro giorni. Un viaggio dal Monte Cervati a Palinuro, dalla montagna più alta della Campania dove nasce la Primula Auricula, al mare del Cilento dove cresce spontanea da secoli la Primula Palinuri.
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