Il mito di Maria Callas nel libro di Alfonso Signorini presentato a Salerno
| di Marianna ValloneUn’icona immortale, senza tempo. Come poche altre. E’ Maria Callas, la voce più bella del secolo, omaggiata mercoledì con un evento a Salerno, in occasione delle celebrazioni per i 100 anni dalla sua nascita, attraverso il racconto e le parole di Alfonso Signorini, che di recente ha ripreso in mano il libro scritto nel 2007 “Troppo fiera, troppo fragile. Il romanzo della Callas” (Mondadori) e l’ha ripubblicato con nuovi contenuti.
«Il materiale che ho a disposizione è davvero molto cospicuo, -ha spiegato Signorini – non avevo potuto approfondire tutto quello che meritava. Avevo tralasciato le figure maschili dell’universo maschile callasiano che pure hanno avuto molta importanza, e nella sua sfera artistica, e nella sfera privata. In questa edizione ritroviamo il rapporto con Luchino Visconti, che con lei lavorò alla parte più fertile ed elevata con le regie alla Scala, con Pier Paolo Pasolini con il quale ebbe una relazione sentimentale nel senso più nobile del termine, e con Giuseppe Di Stefano con il quale, purtroppo, ferita da Onassis, volle un po’ riprendersi una vendetta nei confronti dell’amore».
L’evento si è svolto mercoledì 24 gennaio, alle ore 18, presso la Platea del Teatro Municipale “Giuseppe Verdi”, nell’ambito della rassegna letteraria “Abitatori del tempo. L’impegno civile della letteratura”, organizzata dalla Delia Agenzia Letteraria e dall’associazione culturale Mare Sole e Cultura, in collaborazione con la Regione Campania, la Scabec, la Camera di Commercio di Salerno, e il patrocinio della Provincia di Salerno, del Comune di Salerno e della Fondazione Carisal.
Il 16 settembre 1977 Maria Callas moriva a Parigi per un collasso cardiocircolatorio. Dopo una vita e una carriera sfolgoranti, in cui era diventata in tutto il mondo la Divina, si era ritirata in una triste clausura. La grande passione per la Callas ha condotto Alfonso Signorini a visionare negli anni centinaia di lettere autografe che la Divina vergava in brutta copia prima di inviarle agli amici più cari o, in numerosi casi, a se stessa, in una sorta di intimo diario. Per tutto il mondo era la Divina. Al successo artistico di Maria Callas fece però sempre da contrappasso una vita privata negletta e sfortunata. Fra le sue ferite più dolorose, il contrastato amore per il potentissimo Aristotele Onassis. Un amore da fiaba, tumultuoso e malato, che presto fece i conti con la spregiudicatezza dell’armatore greco, con il quale Maria concepì anche un figlio, tenuto sempre segreto dalla coppia. Fino alla morte a Parigi, dove si era ritirata, depressa e sola, in una triste clausura. Signorini nel suo libro abbandona i consueti sentieri della biografia per avventurarsi nella ricostruzione della vita della leggendaria cantante, estrapolandola direttamente dal suo emozionante epistolario. Nella nuova edizione ampliata, poi, approfondisce alcuni episodi della vita della Divina.
«Mi affascina il dramma vissuto da Maria Callas. -ha aggiunto Signorini – Ha avuto due vite, pre e post Onassis. La vita prima di Onassis è di grandissimo livello e lustro, seppe costruire mattone dopo mattone tutta la sua carriera, raggiunge il massimo dei livelli artistici che si potessero realizzare. La vita post Onassis è interamente dedicata alla passione e al sentimento amoroso, con tutti i rischi. Ha abbandonato la Callas, per dedicarsi a Maria, e ha pagato le conseguenze, si è distrutta, è morta d’amore. Questo mi affascina. Soprattutto perché io, invece, vigliaccamente tendo a giocare al risparmio in amore».
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