Il naufragio dell’umanità
| di Mariella MarchettiLa ragazza che da uno scooter lancia l’acido e sfregia due sorelle ventenni, la profanazione della tomba di Alfredino Rampi al Verano deturpata con una serie di svastiche, il padre che fa guidare il motoscafo al figlio di cinque anni e posta il video su Tik Tok, la giornalista “veneta” che si rivolge al bambino che esulta per la vittoria del Cosenza contro il Lanerossi Vicenza nella partita di spareggio e ne smorza la gioia auspicando per lui un futuro di povertà ed emigrazione al nord: è il desolante bollettino di cronaca dello scorso week- end, una serie di notizie legate ad un filo rosso che spiega il corto circuito, il tramonto della nostra civiltà. Il padre che fa guidare il motoscafo al figlio ha commesso una serie di infrazioni, dal codice della strada a quello penale, che probabilmente gli costeranno la potestà genitoriale. La giornalista che redarguisce il bambino, portatrice di odio e pregiudizio, ha perso l’occasione di fare buon uso della parola, come la sua professione richiederebbe, infrangendo con un un colpo solo codice etico e professionale. Rischia il depennamento dall’ordine dei giornalisti. La ragazza che sfregia due sue coetanee lanciando l’acido dal motorino, forse per un regolamento di conti che ha a che fare con la passionalità, ha agito secondo modalità e simbologie mafiose lungamente respirate e assimilate dal mondo degli adulti. La banda di adolescenti che ha profanato la tomba di Alfredino con le svastiche, l’ emblema del naufragio dell’umanità, è un’imbarcazione che naviga a vista, senza coordinate: nessun adulto, nessun faro nella notte a fare luce, a indicare la rotta.I due adulti rappresentano il fallimento del ruolo genitoriale e dell’etica professionale, gli adolescenti ne sono la conseguenza, la cartina al tornasole di una catastrofe generazionale di uomini e donne non all’altezza dei rispettivi ruoli.
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