Il rap in carcere con Signor D ed Exretr0: l’iniziativa con i detenuti dell’Icatt di Eboli
| di Pasquale SorrentinoIl rap in carcere. La musica hip hop declinata come forma di riabilitazione e di ricerca della libertà. Focus dell’indimenticabile giovedì vissuto dai detenuti dell’Icatt, l’Istituto a custodia attenuata di Eboli, ma pure dal rapper di Battipaglia Signor D, nome d’arte dell’avvocato Dario De Rosa, e da Exretr0, pseudonimo del producer Mario Barbato, faccia a faccia con i giovani reclusi a Castello Colonna nell’ambito d’una meritoria iniziativa promossa dalla Revolutionary Records, l’etichetta discografica nata in seno all’Empa, associazione di promozione sociale battipagliese.
I due artisti hanno animato un dibattito con i detenuti, particolarmente coinvolti nella discussione, orientata sulla mission della Rev: la riscoperta delle origini dell’hip hop, inteso come veicolo di pace sociale e non come mitizzazione della criminalità. Un messaggio di libertà espressiva tra pareti che non servono soltanto a punire, ma pure a rieducare.
Dopo 70 minuti di piacevole conversazione, il rap di Signor D la musica e gli scratch di Exretr0, protagonista pure d’un dj-set, hanno chiuso in bellezza la mattinata. «È stato un momento di crescita sia per me che, mi auguro, per i detenuti – le parole di Signor D, visibilmente emozionato, a margine dell’evento – e dai numerosi interventi fatti dai giovani sembra che il messaggio valoriale che ho espresso sia stato percepito».
Momenti che segnano l’artista e l’uomo: «La maggior parte dei ragazzi dell’Icatt si trova in queste condizioni perché spesso ha un destino già scritto, senz’altre alternative per poter vivere dignitosamente. Mi chiedo perché, ad eccezione d’alcune validissime figure, come la direttrice dell’Icatt e i suoi collaboratori, iniziative simili non vengano promosse da chi di dovere e invece devono sempre partire dai cittadini».
Parole di speranza, quelle della dottoressa Concetta Felaco, direttrice dell’Icatt: «Siamo onorati – dice – d’aver ospitato gli artisti e i ragazzi della Revolutionary Records nella casa di reclusione di Eboli, perché parlare della libertà espressiva e d’essere sé stesso è un modo unico per poter coltivare i valori della rieducazione, a noi tanto cari. Signor D ed Exretr0 si sono focalizzati su un tipo di musica, quella che portano avanti, volto al recupero delle origini e all’approfondimento d’un mondo che va conosciuto al di là delle apparenze. Vorremmo vivere giornate tanto ricche, belle e importanti a cadenza quotidiana, e ci auguriamo di poter replicare quest’esperienza in tempi brevi».
Allietato dalla piacevole mattinata anche Emilio Del Vecchio, presidente di Empa: «Abbiamo voluto trasmettere la nostra passione per le attività che portiamo avanti con Empa e, in particolare, con l’etichetta Revolutionary Records. Oltre alle produzioni musicali ci sta a cuore parlare di noi e dei nostri valori da trasmettere.
Formare e creare spazi di confronto e attività di interesse generale ci dà la responsabilità di alzare sempre di più l’asticella». Parole al miele per i protagonisti della giornata: «Ringrazio l’Istituto, i partner e i detenuti che, grazie alla disponibilità all’interazione, hanno permesso pure a noi d’avere opportunità di crescita. E ci tengo a congratularmi pubblicamente con gli artisti Signor D ed Exretr0 per la capacità di entrare in empatia e raccontarsi lasciando qualcosa». Un momento reso possibile pure dai partner: all’iniziativa hanno collaborato l’Ets Eda, Ecologia diritto e ambiente, presieduta dall’avvocato Michele Landi, la Bm Records, etichetta discografica fondata e guidata dal leggendario producer Mastafive, il collettivo nazionale hip hop Connectio e Intellectus e la Pst Young, rappresentata da Michele Verderame.
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