Il summit sulla sanità valdianese… vista da noi
| di Pasquale SorrentinoUniti, almeno fisicamente, per fare scudo per la Sanità del Vallo di Diano. I due consiglieri regionali valdianesi, Corrado Matera (che ha voluto l’incontro) e Tommaso Pellegrino e tutti o quasi gli amministratori del comprensorio si sono incontrati per affrontare – o quanto meno parlare – delle criticità che attanagliano il sistema sanitario valdianese. Questo vuol dire aver affrontato sia la problematica dello svuotamento dell’ospedale di Polla, sia del ruolo della struttura di Sant’Arsenio e sial del compito della medicina territoriale. Prima ai affondare il coltello nella torta dei problemi sanitari, una torta che aumenta sempre amaro retrogusto, vi racconto l’atmosfera che si è respirato dietro sguardi e sorrisi dei sindaci. Dietro pacche amicali e battute goliardiche che hanno anticipato il summit.
Da una parte chi vuole la testa del direttore sanitario Pasquale Vastola, da un’altra chi vuole una organizzazione migliore da ottenere magari sostituendo il direttore sanitario sopra citato e chi, sempre di meno, tenta di salvarlo a Vastola magari per aver ricevuto qualche supporto. Chiarificatrici le parole di Esposito – schietto – “a Sassano parlammo tutti contro di lui, poi qualcuno è andato a mangiare la pizza con il direttore sanitario. Ed è qui in questa stanza”. Ecco, al di là di questa pur importante parentesi, la prima cosa che si percepisce è che tra il direttore sanitario e i sindaci (e consiglieri) non ci sia più rapporto idilliaco. Eufemismo. Un anno fa Matera si faceva fotografare e insieme a Vastola lanciava annunci mediatici su migliorie varie ma quelle migliorie non sono arrivate perché – questo è stato detto durante il summit – è mancata l’accelerata (leggasi – l’azione burocratica-organizzativa) da parte di Vastola. Rapporti rotti.
Distrutti come sono quelli di Vastola con il sindaco di San Rufo, Michele Marmo. Marmo presidente del Distretto sanitario di professione fa anche l’infermiere proprio all’ospedale di Polla. Vastola ha cacciato fisicamente e letteralmente fuori dal suo ufficio Marmo che voleva presentare il piano per il 118. Questo ha raccontato Marmo durante l’incontro. Altra spaccatura irrimediabile. Così come quella tra Vastola e il sindaco di Teggiano, Michele Di Candia, rappresentante della conferenza dei sindaci dell’Asl, anch’egli infermiere a Polla. “Nell’ospedale si vive un clima di terrore”, ha tuonato a inizio summit Di Candia. Piccola nota a margine, il sindaco di Sanza, Vittorio Esposito – ho già detto che è stato schietto? – ha evidenziato ai due che avere ruoli politici nell’Asl per chi lavora per l’Asl, non è sempre una buona cosa. Al di là di questo, questi i punti critici evidenziati, facendo una crasi di tre ore di incontro: rischio chiusura Punto Nascita di Polla, carenza di personale medico, lunghe attese per gli esami, reparto di oncologia, rischio chiusura Oculistica, lo scippo antico di Psichiatria, le difficoltà dei medici di base, i pediatri di base carenti, il piano 118 non capillare.
C’è stato anche un ping pong tra responsabilità o meno dei sindaci (Vertucci – guida di Atena Lucana – ha rimarcato che non avendo firmato nessun atto non può essere responsabile di quello che non si è fatto. Personalmente sono poco d’accordo perché se si fa il sindaco anche quello che non si fa è un fare, mi sono spiegato?) in questa groviera sanitaria che si rincorre da anni, tanto che Donato Pica, sindaco di Sant’Arsenio e decano tra gli amministratori si è lasciato sfuggire – sottovoce – un “da anni ho sentito già molte cose simili”. Ovviamente – ma questo lo aggiungo io – la presenza della stampa non ha fatto mancare qualche divagazione politico-elettorale-personalistica. Sono stati citati i fondi per l’ospedale di Sant’Arsenio per farlo rinascere ma i lavori sono fermi da mesi – il cantiere è ben aperto e poco chiuso – e molte aree della struttura restano quanto meno brutte (e sono stato buono, si avvicina Natale), è stato ricordato l’annuncio di lavori per l’ex clinica Fischietti a Padula come se fosse una salvezza per la zona sud, invece erano lavori edili.
Dimenticando che si ha innanzitutto bisogno di sanità poi magari del muro sanitario. Capitolo consiglieri regionali: Matera e Pellegrino sono stati spesso additati di essere divisi, di rincorrersi, di “concorrersi” ed è vero. Tutto vero. Vederli seduti uno a fianco all’altro e anche parlare tra di loro è un buon messaggio per il Vallo di Diano, questo bisogna dirlo. Non hanno sempre la stessa linea ma se ricordano di avere le stesse radici, forse qualcosa di buono potrebbe nascere. Lasciatemi una speranza, vacua, lo so. Da rimembrare l’intervento del sindaco di Sassano, Domenico Rubino, che ha ricordato i bei tempi andati dell’ospedale. Una lacrimuccia è scesa, ha preceduto il pianto ricordando – io in questo caso – la situazione attuale dell’ospedale. Perché si, l’elenco di criticità è evidente ma non serve da sola a raccontare bene un lassismo politico-medico-gestionale della sanità valdianese, provinciale, campana. Perché c’è una entità spesso astratta che viene sempre più dimentica da chi lavora nell’ospedale, da chi lavora per l’ospedale, da chi scrive dell’ospedale: il paziente.
Bistrattato, rimbalzato, quasi odiato. Dimenticando che senza pazienti l’ospedale pubblico è una scatola vuota, ma il privato gongola. E diversi medici privati lavorano per il pubblico, succhiando dalle mammelle di entrambe le mucche. Storia antica questa che non mi ha mai convinto ma vabbè, è un’idea mia. Semplice e banale. Resta la riunione, sarà fatto – non so quando – un dossier per elencare i punti critici e le possibili soluzioni, e si combatterà per un sistema, quello sanitario, che sembra contorcersi su se stesso da tempo immemore a livello regionale e nazionale. Vincenzo De Luca che inaugura un macchinario in una clinica privata resta per me l’emblema di un uomo di destra. Piccolo esempio di un terrore che ho anche a queste latitudini.
Per ora i sindaci si sono incontrati, hanno parlato e qualcosa forse faranno. Di certo farà poco la popolazione, perché anche questo bisogna dire: in tanti si indignano, in tanti manifestano sui social e in tanti, poi si perdono nel cercare solo il colpevole e non la soluzione.
Nota a margine sugli altri interventi: qualche scintilla di politica nazionale tra Matera e il sindaco di Montesano, Giuseppe Rinaldi (Fratelli d’Italia) sulle possibilità responsabilità della chiusura del punto nascita, un intervento di Loviso, primo cittadino di Polla, per chiedere unità territoriale, e di Guercio per non dimenticare il sud del Vallo di Diano.
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