Il Tar di Salerno dà ragione alla Sarim e annulla il bando di gara per la gestione dei rifiuti nel Comune di Castellabate
| di Antonio VuoloIl Tar di Salerno ha accolto il ricorso sul Bando di gara per la gestione del servizio integrato dei rifiuti e dello spazzamento nel comune di Castellabate presentato dalla Sarim, un’azienda salernitana specializzata nella gestione dei rifiuti, contro il Comune di Castellabate e la Centrale Unica di Committenza tra i Comuni di Cava de’ Tirreni, Castellabate e Roccapiemonte.
La società ha impugnato il bando e gli atti correlati all’affidamento del servizio, sostenendo che le disposizioni in essi contenute avrebbero creato condizioni economicamente svantaggiose per gli operatori e alterato la concorrenza.
L’azienda ha evidenziato tre anomalie: la sottovalutazione dei costi del personale e dei veicoli, nonché il costo annuale delle attrezzature da installare presso il centro comunale di raccolta. Di conseguenza, il Collegio giudicante ha nominato un verificatore per accertare se i costi fossero stati sottostimati a tal punto da impedire agli operatori di formulare un’offerta economicamente sostenibile.
Alla fine, i giudici amministrativi hanno ritenuto fondate le obiezioni sollevate dalla Sarim, definendo le regole di partecipazione al bando “irragionevoli” e incapaci di consentire la presentazione di un’offerta congrua ed economicamente sostenibile. Dalla relazione del verificatore è emerso che il Comune di Castellabate ha sottostimato i costi di oltre 1 milione di euro rispetto ai circa 12 milioni previsti come base d’asta.
Il Collegio giudicante ha sottolineato che l’amministrazione non ha il “potere di scelta illimitata dell’offerta”, poiché i criteri devono prevedere uno scenario possibile e sostenibile dal punto di vista tecnico ed economico, come stabilito dall’articolo 95 del decreto legislativo n. 50/2016. Il Tar ha accolto il ricorso della Sarim e ha condannato il Comune a pagare le spese legali a favore dell’azienda, fissate in 3.000 euro, e le spese a favore del verificatore del Collegio giudicante per un importo complessivo di 5.000 euro. Il Comune dovrà ora rivedere il bando, mentre la Sarim continua a gestire il servizio in via di proroga.
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