Il Teatro alla Scala omaggia Antonella Luongo, ballerina di Cuccaro Vetere scomparsa prematuramente
| di Marianna Vallone
Il Teatro alla Scala di Milano ha reso omaggio ad Antonella Luongo, giovane ballerina originaria di Cuccaro Vetere, scomparsa prematuramente pochi giorni fa. La serata inaugurale del trittico di danza “Kratz/Preljocaj/de Bana”, andata in scena il 28 febbraio, è stata dedicata alla sua memoria.
Alzatosi il sipario, il pubblico ha trovato sul palco l’intero Corpo di Ballo, accompagnato dal sovrintendente Fortunato Ortombina, che ha ricordato Antonella con parole toccanti: “Pochi giorni fa durante le ultime prove di questo spettacolo è mancata Antonella Luongo, ballerina del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala da sempre perché prima di entrare in compagnia ha iniziato alla scuola dove ha condiviso l’adolescenza e la giovinezza con molte delle persone che adesso vedete qui. E questa sera il nostro Corpo di Ballo ballerà senza di lei ma ballerà con lei. Sarà una serata durante la quale i nostri artisti saranno chiamati a una forte prova emotiva e avranno bisogno del vostro supporto.” IL VIDEO
A queste parole è seguito un minuto di silenzio, interrotto solo da singhiozzi, e un lungo applauso da parte del pubblico presente. Antonella Luongo, originaria proprio di Cuccaro Vetere, ha dedicato la sua vita alla danza. La sua carriera, iniziata da bambina con il rigore e la dedizione propri dei grandi talenti, l’ha portata ad esibirsi nei più celebri balletti del repertorio classico e contemporaneo. Alla Scala, dove si è formata ed è diventata artista, ha danzato ruoli iconici, da Giselle a Il Lago dei Cigni, da La Sylphide ai capolavori di Béjart, Cranko, Nureyev, MacMillan.
Era il 1998 quando, neodiplomata, si impose nel Gala per i 185 anni della Scuola di Ballo. Da allora, la sua carriera è stata un crescendo di successi, condivisi con colleghi e maestri, in tournée che l’hanno portata a brillare sui palcoscenici più importanti del mondo. E proprio alla Scala, quella che era diventata la sua seconda casa, artisti, musicisti, direttori e lavoratori del teatro la piangono oggi con commozione, ricordandola non solo per il suo talento, ma anche per la generosità e la bellezza d’animo con cui ha vissuto ogni giorno della sua arte.
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