Lo pagava senza farlo lavorare: banca condannata a risarcire un dirigente
| di Luigi MartinoSuccessivamente reintegrato nel posto di lavoro con un provvedimento del giudice del lavoro di Potenza, Di Donato, difeso dall’avvocato Franco Maldonato, non tornò però a ricoprire alcun incarico, pur ricevendo puntualmente lo stipendio. Una situazione paradossale, tanto da spingere il dirigente ad una nuova azione legale al termine della quale il Tribunale di Potenza, accogliendo la richiesta di Di Donato, obbligò la Banca a reintegrarlo in mansioni corrispondenti a quelle svolte prima del licenziamento, poiché “il lavoro non é soltanto un mezzo di guadagno, ma una modalità di estrinsecazione della personalità del soggetto”.
Ora, con decisione definitiva, il giudice del Lavoro del Tribunale potentino Leonardo Pucci, oltre a confermare il reintegro di Di Donato, attualmente dirigente della filiale di Maratea, ha condannato la Banca Popolare di Bari al pagamento di 130mila euro oltre agli interessi legali e alla rivalutazione monetaria come risarcimento dei danni non patrimoniali subiti dal dirigente.
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