Pestò il professore. Due anni di reclusione
| di Luigi MartinoDue anni di reclusione. Questa è la sentenza che ha condannato il giovane Francesco Sica reo, con la complicità di un amico, di aver pestato due anni fa il professore Antonio Alario in presenza del figlio di nove anni. L’aggressione causò gravi lesione interne al docente che venne ricoverato nell’ospedale di Vallo della Lucania, dove fu sottoposto a tre delicati interventi chirurgici alla testa. Lo riporta il quotidiano La Città di Salerno questa mattina, venerdì. A distanza di quel giorno, il professore ancora non ha dimenticato i fatti: «I segni indelebili di quella aggressione resteranno sempre nella mia mente e sul mio viso».
A scatenare la violenza incontrollata di quei giovani, sarebbe stata la manovra fatta dal professore con l’auto che avrebbe danneggiato quella di Sica, lasciata in sosta davanti ad un bar. La «spedizione punitiva» fu fissata nel cuore della notte. La coppia, giunta sotto casa del professore, lo costrinsero a scendere in strada. Dopo una lunga serie di inviti di Alario a rimandare l’incontro al mattino, Sica e il suo complice scatenarano la loro violenza sul malcapitato professore riducendolo in fin di vita. La condanna emessa dalla Corte è stata accolta sia dalla vittima che dall’intera comunità di Moio della Civitella, con somma soddisfazione. L’amico, Sabato Di Santi, è stato invece rinviato a giudizio. Il processo, con rito abbreviato, avverrà il quattro ottobre.
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