Impianti ospedalieri non a norma, indagati 7 manager: c’è anche Squillante

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Impianti ospedalieri non a norma, indagati 7 manager: c’è anche Squillante

La procura di Salerno ha chiesto il sequestro della centrale termica e delle cappe a flusso lamellare per l’attività di preparazione del medicinale chemioterapico dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Si tratterebbe, a detta degli inquirenti, di impianti che «non sarebbero a norma in quanto mancherebbero le autorizzazioni amministrative necessarie allo svolgimento del servizio». Ma non è tutto. Dalle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello, emergono altri particolari e un altro filone d’inchiesta. Sotto la lente di ingrandimento degli 007 finiscono anche i plessi ospedalieri Costa d’Amalfi di Ravello e il Da Procida di Salerno. Gli investigatori avrebbero riscontrato «impianti fognari non a norma». Sette in tutto i nomi iscritti nel registro degli indagati. Si tratta dell’ex direttore generale della Asl Antonio Squillante; del direttore medico Francesco De Caro, di quello sanitario Domenico Della Porta e di quello amministrativo Salvatore Guetta dell’ospedale Costa d’Amalfi di Ravello; del direttore sanitario del Da Procida, Luciana Catena; del direttore sanitario del Ruggi, Angelo Gerbasio e del direttore generale dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, Vincenzo Viggiani.

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