«Impianto di compostaggio a Castelnuovo Cilento è tutt’altro che green»
| di RedazioneSbarca in Senato ancor prima di essere cantierato l’impianto di compostaggio aerobico che potrebbe sorgere a Castelnuovo Cilento. Il grande sito di compostaggio che dovrebbe sorgere a ridosso della Valle dell’Alento, tra le sponde del Torrente Fiumicello e le pendici dell’antica torre dell’antico borgo cilentano, una volta realizzato dovrebbe essere in grado di smaltire 20mila tonnellate di frazione umida attraverso un processo decomposizione organica di tipo aerobica.
«Diversamente dall’immaginario collettivo, la gestione di un impianto aerobico – che permette la decomposizione della frazione organica in presenza di ossigeno – da un punto di vista energetico è altamente dispendiosa, qualificandosi come un sistema di smaltimento tutt’altro che “green”». E’ partita da qui l’interrogazione parlamentare promossa dal senatore Francesco Castiello, secondo il quale «un impianto di compostaggio aerobico oltre a non essere in grado di produrre quantitativi di energia significativamente rilevanti da poter essere reimpiegati nel processo di produzione richiede per la sua operatività un quantitativo di energia elettrica significativo».
Il funzionamento di un impianto aerobico infatti presuppone l’impiego di grossi aspiratori che per decompressione aspirano l’aria filtrandola al fine di evitare la totale dispersione delle sostanze solforose che generano il tipico odore di marciume.
Tuttavia, gli impianti aerobici sono meglio tollerati dalle leggi e dai regolamenti che in alcuni casi ne permettono l’esercizio anche all’interno di aree naturalistiche – ancor di più all’interno della c.d. aree contigue – a discapito degli impianti anaerobici in grado di smaltire la frazione organica più rapidamente, senza dispendi energetici, bensì generando energia rinnovabile.
Il realizzando impianto di compostaggio di Castelnuovo Cilento, che ha avuto finanziamenti per oltre 10 milioni di euro dalla Regione Campania, dovrebbe sorgere nell’area c.d. Contigua a estremo ridosso dei confini del Parco, dove la competenza dell’Ente è fortemente limitata se non nulla in tal ambito.
Allo stato, la materia del trattamento dei rifiuti è concorrente tra lo stato e le regioni e in Campania l’attuale legge vigente non prevede la possibilità di realizzare impianti di compostaggio anaerobici nelle aree ad interesse naturalistico salvo che il Comune interessato “comunichi la propria motivata contrarietà durante le procedure autorizzative o di approvazione dei progetti”.
Nella nota diramata fanno sapere che «a tutto ciò va aggiunto che il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti della Regione Campania attualmente vigente era stato approvato “sentito” il parere dell’Ente Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni il quale ne a suo tempo ne approvò i contenuti a condizione di escludere dal perimetro del Parco Nazionale C.V.D.A. e dalla sua area Contigua la realizzazione di impiantistica per il recupero di materia della frazione organica, per la produzione di compost, al fine di favorire il principio di smaltimento di prossimità dell’umido».
Dunque «Sui generis sono le motivazioni sulle quali si fondano le esigenze che giustificano le realizzazione dell’impianto di Castelnuovo. Infatti, stante alla documentazione il realizzando sito di compostaggio di Castelnuovo Cilento avrebbe dovuto servire 48 comuni dell’area Parco del Cilento, i quali in gran parte sono già oggi beneficiari di finanziamenti per l’acquisto e per la realizzazione di nuovi micro impianti di compostaggio di comunità. Quest’ultimi garantirebbero l’autosufficienza di compostaggio di 31 dei 48 comuni interessati facendo di fatto venir meno le motivazioni che giustificano la realizzazione dell’impianto».
«Approfondirò personalmente la vicenda – ha detto Castiello – bisogna considerare l’utilità dell’impianto e l’impatto che lo stesso potrebbe avere sul territorio del Cilento. Una struttura di cotali dimensioni non ha motivo di esistere, giacché la oltre il 60% dei potenziali comuni conferitori ha già ovviato al problema dello smaltimento della frazione organica attraverso le compostiere di comunità. L’insufficienza di frazione organica utile ad alimentare il funzionamento dell’impianto, è potenzialmente utile ad attirare rifiuti dal resto del salernitano, trasformando in buona sostanza Castelnuovo Cilento in una compostiera provinciale».
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