In ricordo di Ginetto Del Gaudio
| di Antonio CalicchioPure l’estate può essere un periodo crudele.
Quantunque lontani dal lavoro, per trascorrere le agognate vacanze, consentite dalle ferie estive, giunge tuttavia, ovunque ci si trovi, la notizia: chi ci è caro, ci ha lascati!
Il 4 agosto scorso ho appreso della scomparsa di Ginetto Del Gaudio.
Talvolta ci sentivamo, soprattutto al telefono; e allo scambio di notizie od opinioni intorno a numerosi argomenti, si accompagnavano considerazioni e confronti su progetti che Ginetto andava elaborando e che mi comunicava mentre li sviluppava, così come anche io gli riferivo dei miei scritti o di questioni emerse nell’attività professionale. Quella sua volontà, dunque, di manifestarmi le sue idee rappresentava, per me, un onore proficuo.
Lo sgomento, generato dalla sua dipartita, è troppo recente e repentino per descrivere compiutamente e senza retorica cosa ha significato Ginetto per la comunità camerotana.
Per farlo, lo sguardo dovrà percorrere decenni di vita e di storia: Ginetto li ha attraversati in battaglie politiche, in tempeste sociali, sempre fornendo il suo apporto con raffinata competenza, ben conscio del rispetto delle idee altrui.
Il nostro rapporto di parentela mi ha permesso non solamente di godere del suo affetto e della sua stima, oltre che di arricchire le mie esperienze e conoscenze, ma anche di creare e di intensificare relazioni, cui Ginetto ha offerto sempre una grande disponibilità, con giovani e meno giovani.
Se ne è andata una persona buona, generosa e saggia che ha levato la sua voce sino agli ultimi giorni della sua esistenza, protagonista di molteplici iniziative, riferimento centrale della cultura, dell’arte e dell’economia turistica del territorio cilentano.
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