Incendio Ecoballe Persano, Borrelli: «E’ doloso. Ritrovati diversi inneschi»
| di RedazioneL’incendio dei rifiuti tunisini stoccati nella zona militare di Persano, avvenuto nei giorni scorsi, è stato confermato come doloso. A dichiararlo è stato il Procuratore Capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, durante un’audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e agli illeciti ambientali.
Accompagnato dai sostituti Guglielmo Valenti e Carlo Rinaldi, Borrelli ha fornito ulteriori dettagli sull’indagine, specificando che sono ancora in corso accertamenti. Tuttavia, gli elementi raccolti finora non lasciano dubbi sulla natura dell’incendio. “Ci sono più punti di innesco – ha spiegato il procuratore – e la zona, pur essendo inserita in un comprensorio militare recintato, è facilmente accessibile poiché non sottoposta a una sorveglianza costante”. L’unica area videosorvegliata è infatti quella del cancello d’ingresso, ma il resto del sito non presenta sistemi di sicurezza adeguati.
L’episodio si inserisce nel più ampio contesto della gestione dei rifiuti tunisini, una vicenda complessa che ha visto il fascicolo dell’inchiesta passare da Salerno a Potenza, per poi ritornare a Salerno grazie a una decisione del Tribunale del Riesame lucano. Borrelli ha ricordato che la sua procura ha già seguito altri casi simili, come l’importazione di rifiuti dalla Bulgaria e dal Portogallo, ora sotto la giurisdizione della Procura di Napoli.
Durante l’audizione, Borrelli ha sottolineato il ruolo cruciale del porto di Salerno come hub di traffici illeciti, soprattutto in relazione all’importazione e all’esportazione di rifiuti. “Il porto di Salerno è sovradimensionato rispetto alle sue capacità logistiche e, cosa ancora più grave, mancano attrezzature adeguate per il controllo dei container”, ha dichiarato. La mancanza di uno scanner per ispezionare i container ha reso la scoperta di merci illegali una questione di fortuna o di segnalazioni da parte di autorità estere. È il caso dei rifiuti esportati in Tunisia, la cui esistenza è stata scoperta solo dopo che furono respinti dalle autorità tunisine e rimpatriati a Salerno.
Borrelli ha poi puntato il dito contro alcune gravi falle nei controlli doganali, evidenziando come, nel 2020, furono arrestate 50 persone tra spedizionieri e funzionari doganali accusati di corruzione e omissione nei controlli.
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