Inchiesta Alfieri, il dirigente Lizio lascia la direzione dei lavori in Provincia

| di
Inchiesta Alfieri, il dirigente Lizio lascia la direzione dei lavori in Provincia

In un colpo di scena che scuote ancora di più gli ambienti istituzionali della provincia di Salerno, Angelo Michele Lizio ha rassegnato le dimissioni da Responsabile unico del procedimento (RUP) per due appalti sotto indagine da parte della Procura. La decisione arriva a seguito di un avviso di garanzia pervenutogli nell’ambito delle inchieste su appalti pubblici che vedono coinvolto il sindaco di Capaccio Paestum e presidente (sospeso) della Provincia, Franco Alfieri. Con un decreto recente, il vicepresidente della Provincia Giovanni Guzzo ha accettato la rinuncia di Lizio e nominato la funzionaria Gioita Caiazzo quale nuova RUP per garantire la continuità amministrativa.

Le dimissioni del dirigente

Lizio, dirigente del Settore Viabilità provinciale, ha formalizzato il proprio distacco dai due appalti incriminati, con una prima nota di “astensione dal procedimento” inviata il 5 novembre e una seconda, il giorno successivo, con cui ha rinunciato ufficialmente al suo ruolo di RUP. Gli appalti in questione riguardano il lotto A-B della Fondovalle Calore e il secondo stralcio della viabilità dell’Aversana, entrambi ora sotto la lente della Procura di Salerno. Nel decreto di accoglimento della sua rinuncia, la Provincia ha quindi provveduto alla sua immediata sostituzione con l’ingegnere Caiazzo.

Le indagini e i protagonisti coinvolti

L’inchiesta della Procura di Salerno, guidata dal procuratore Giuseppe Borrelli, si concentra su presunti illeciti nelle procedure di assegnazione di alcuni appalti, in particolare per tre opere pubbliche: la realizzazione di un sottopasso ferroviario a Capaccio Paestum, il lotto A-B della Fondovalle Calore, e il prolungamento della strada Aversana. Secondo gli inquirenti, dietro questi progetti si celerebbero manovre illecite che coinvolgono esponenti istituzionali e imprenditori vicini alla governance provinciale.

Oltre a Lizio, sono numerosi i nomi noti coinvolti: Andrea Campanile, collaboratore di Alfieri; Nicola Aulisio, imprenditore e titolare della ditta Cogea; Federica Turi e Giovanni Vito Bello, responsabili del Settore Lavori Pubblici del Comune di Capaccio; e Luca Cascone, consigliere regionale e presidente della Commissione permanente su urbanistica e trasporti, noto per la sua vicinanza al governatore De Luca.

Ipotesi di reato e sviluppi futuri

L’accusa formulata dai magistrati ipotizza il reato di “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”, un’accusa che si fa grave alla luce della posizione pubblica rivestita dai coinvolti. I dettagli emersi dalle indagini puntano a un’interferenza sistematica nei procedimenti di selezione delle aziende incaricate di realizzare i lavori, con evidenti benefici per imprese vicine ad Alfieri.

Nel caso del lotto A-B della Fondovalle Calore, il contratto fu firmato proprio da Lizio, descritto dagli inquirenti come “uomo di estrema fiducia” di Alfieri. Un subappalto alla ditta Cogea di Aulisio sarebbe stato considerato quasi certo dagli investigatori. Per quanto riguarda l’Aversana, i dettagli tecnici ed economici del progetto sembrano essere stati gestiti da un ristretto gruppo di persone, tra cui Alfieri e Campanile, oltre allo stesso Lizio, nonostante si tratti di un ambito pubblico altamente regolamentato.

Le indagini proseguono e, con la sostituzione di Lizio, la Provincia mira a mantenere la regolarità procedurale dei lavori e a garantire il proseguimento dei progetti, pur nell’incertezza di come evolveranno le accuse. Resta da vedere quale sarà il prossimo capitolo di questa vicenda, che ha già scosso profondamente il panorama amministrativo di Salerno e del territorio provinciale.

Consigliati per te

©Riproduzione riservata