Inchiesta shock, anziani legati in casa riposo: spuntano nuovi dettagli inquietanti
| di RedazioneUna serie di immagini scioccanti, catturate dalle telecamere installate all’interno della casa di riposo di Cappelle, ha portato alla luce episodi di maltrattamenti inimmaginabili verso gli anziani ospiti. Le riprese, al centro dell’indagine condotta dalla Procura di Salerno, rivelano la tragica realtà vissuta da molti pazienti presso l’Istituto europeo per la terza età, un luogo che avrebbe dovuto essere un rifugio sicuro e confortevole per la terza età, ma che si è rivelato invece un “lager” per gli anziani.
Le accuse di abusi includono l’uso di mezzi di contenzione, con alcuni pazienti costretti a restare legati a sedie a rotelle per ore senza poter muovere un passo, spesso lasciati nei corridoi e perfino obbligati a soddisfare i propri bisogni fisiologici nei pannoloni, nonostante avessero richiesto di recarsi in bagno. Secondo quanto documentato dai NAS, molti degli anziani subivano umiliazioni quotidiane, venivano cambiati senza rispetto per la loro privacy e trattati con sufficienza da un personale che, spesso, si rivolgeva loro in modo offensivo e degradante. Una situazione aggravata anche dalle ingenti spese sostenute dai familiari, che, attratti dalla presentazione della struttura come una residenza di lusso, arrivavano a versare fino a duemila euro al mese, ignari delle condizioni reali vissute dai propri cari.
I casi più emblematici
Un caso simbolo dell’inchiesta è quello di un anziano costretto a rimanere legato a una sedia a rotelle giorno e notte, lasciato davanti alla propria stanza senza che nessuno si preoccupasse delle sue richieste di assistenza o del suo stato di salute. Solo alle prime luci dell’alba, un’operatrice sembra aver avuto un moto di compassione, coprendolo con una coperta dopo una notte trascorsa al freddo. Altri pazienti sono stati trattati con una durezza disumana, venendo sminuiti e insultati per le loro richieste di aiuto, come mostra il dialogo tra un’operatrice e un anziano che, con voce sommessa, chiede di essere cambiato: «Hai il pannolino. Ti devi stare fermo». Offese e umiliazioni erano all’ordine del giorno, con gli anziani costretti a sopportare in silenzio situazioni umilianti.
La mancanza di personale qualificato e adeguato ha probabilmente contribuito a creare un ambiente di lavoro difficile, in cui gli stessi operatori mostravano consapevolezza della propria inadeguatezza e della potenziale illegalità delle pratiche adottate. In una conversazione riportata nell’inchiesta, un operatore confida alla direttrice della struttura la necessità di un infermiere durante la notte, conscio che l’assenza di una figura sanitaria abilitata potesse configurare un abuso di professione. Anche il titolare dell’istituto, Sante Sica, sarebbe stato al corrente della situazione, lasciando così dubbi su possibili responsabilità direzionali.
Presunti sedativi tra gli ospiti
Le indagini fanno inoltre emergere una prassi inquietante: in alcuni casi, per placare gli ospiti ritenuti più difficili, pare fosse usuale somministrare loro un bicchierino di “cognac” – termine che, nel gergo della struttura, sembra alludere a tranquillanti somministrati senza un vero monitoraggio medico. Queste pratiche, ancora tutte da chiarire, sembrano dipingere un quadro di immobilismo istituzionale e disinteresse per la dignità dei pazienti.
Indignazione e conseguenze
Il caso della casa di riposo di Cappelle ha sollevato forti reazioni da parte dei familiari delle vittime e della cittadinanza. In molti chiedono che vengano accertate le responsabilità e che si faccia piena luce sulle modalità con cui la struttura abbia potuto operare senza adeguati controlli, lasciando anziani in condizioni di abbandono fisico e psicologico. Le indagini della Procura sono in corso, e non si esclude che possano emergere ulteriori episodi di maltrattamento in altre strutture di assistenza per anziani.
Intanto, l’intera comunità di Salerno resta sconvolta da questa vicenda, che evidenzia una dolorosa realtà sommersa: quella degli anziani, spesso dimenticati e maltrattati in luoghi che dovrebbero garantirne la serenità e il rispetto.
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