Ma il nostro mare è realmente così pulito? Terza parte
| di Ermanno ForteLa presentazione dello stato in cui riversa il nostro mare fornitaci da Giuseppe Volpe pare proprio che confermi le impressioni e le intuizioni espresse da esercenti e osservatori nella prima parte di quest’ inchiesta . La problematica esiste, eccome. Si conoscono le fonti da cui scaturiscono quelle innegabili e spiacevolissime evidenze . Si conoscono con una buona approsimazione. Di alcune di queste cause inquinanti conosciamo la consistenza dell’apporto negativo fornito : mi riferisco alla scandalosa assenza di un depuratore a monte del sistema delle condotte sottomarine. Mi riferisco alle condotte stesse, in relazione a due aspetti : insufficiente lunghezza delle tubature e mancanza di controlli sul loro stato e dunque carenza di azioni volte alla manutenzione del sistema.
Per quanto riguarda il primo aspetto, si può avere ulteriore conferma dal fatto che, sostando in mare nei pressi del punto di sbocco della condotta sottomarina della Calanca, c’è una buona probabilità di assistere alla risalita dal fondale di pannolini e cose di questo tipo, oltre alla sempre presente "schiumetta dubbia". Tutti elementi che la pressione insufficiente presente ai 17 metri di profondità non riesce a disintegrare. Da indiscrezioni ricevute, pare addirittura che manchino dei pezzi del filtraggio, una sorta di griglia di cui dovrebbe essere dotata la condotta. O comunque che non funzionino a dovere. In relazione all’ assenza di controlli sul sistema, ci sono dei casi accaduti nel recente passato che la dicono lunga sulla pericolosità della situazione . Nel luglio del 2002, proprio la condotta della Calanca collassò, scoppiò letteralmente. Si diffuse in mare e nei pressi della spiaggia un’ enorme quantità di liquami ed escrementi. Si narra di bagnini impegnati a raccogliere cacca con i pattini di salvataggio. E non stiamo parlando di leggende. Scene incredibili. Evidentemente il sovraccarico a cui sono sottoposte in estate le condotte, vista la gran quantità di scarichi rilasciati, rappresentano un pericolo grosso. Intanto non si fa una manutenzione seria. E ci si ricordi che l’ ingegnere idraulico intervistato a riguardo parlava di " un sistema fogniario che sta scoppiando".
Ovviamente tra le innegabili fonti di inquinamento c’è il cattivo funzionamento del depuratore posto alla foce del Lambro. Senza ombra di dubbio. E c’è la questione degli scarichi illeciti effettuati sovente dalle imbarcazioni in mare, la oggettiva difficoltà nelle operazioni di controllo degli abusi e la evidente carenza di misure preventive atte a facilitare le operazioni di espurgo nei porti . Non ci piove.
Degli altri fattori inquinanti, si hanno notizie meno certe e univoche, non si conosce la consistenza delle altre problematiche. Mi riferisco agli scarichi abusivi o non regolarmente depurati donati al Mare Nostrum da villaggi, strutture turistiche varie, edificazioni abusive e via dicendo.Su questo punto aleggia un grosso punto esclamativo. Giuseppe Volpe affermava che, a suo parere, la questione scarichi dei villaggi fosse abbastanza marginale, ma lasciava aperta al dubbio la tematica.
Da varie indiscrezioni raccolte, invece, pare proprio che la situazione dei villaggi sia regolamentata solo sulla carta, che le pratiche illegali e dannose per l’ambiente siano numerose, ripetute da anni a questa parte. Alcune strutture si sono certamente allacciate al sitema fogniario, reso più esteso con i lavori di adeguamento effetuati un paio d’anni fa. Tanti altri , però, restano nel limbo che giace tra l’apparente regolarità e l’ effettiva pratica inquinante. Accade, per amor del vero, che ci sia chi ha concepito la propria attività turistica in linea col rispetto dovuto all’ ambiente, avendo sistemi seri e funzionanti di depurazione. Accade che alcune strutture sono dotate di sistemi di depurazioni parzialmente funzionanti, i cui prodotti possono essere riversati nei valloni o direttamente in mare. Accade che altre abbiano solo delle vasche di raccolta, che ovviamente una volta piene dovrebbero essere svuotate per mezzo degli espurghi. Ma quest’ultimi vengono sempre effettuati? O a volte accade che tali liquami raccolti vengano smaltiti per altre vie? Accade pure che si fanno delle buche nei pressi di alberi in cui vengono "iniettati" i materiali fogniari di un campeggio. Accade che ,percorrendo via mare il tragitto da Capogrosso alla Calanca, si possa notare un tubo sapientemente sistemato tra gli scogli che riversava – e forse riversa ancora- degli scarichi direttamente in mare. Quegli scogli sono segnati dallo schifo sputato sul mare, marchiati coi liquami.
In questo mosaico variopinto in cui il colore marrone pare essere preponderante, il sistema dei controlli non sembra essere molto efficace e continuo quanto dovrebbe. Anzi. Giuseppe Volpe parlava di controlli molteplici, da parte di ARPAC, ASL e Provincia, ma hanno avuto effetti? Hanno sanzionato i casi di insufficienza nei sistemi di smaltimento dei prodotti di scarico? Qual è la situazione ora, in questo preciso momento? Il comune che competenza ha- o avrebbe – nel sistema dei controlli previsto dalla legge? In attesa di ricevere risposte a riguardo, aggiungiamo una domanda, se è possibile ancora più inquietante su un’altro aspetto della questione, assumendo un punto di vista più largo. Un’altra delle domande che da sempre si possono udire in una chiacchierata tra persone che vivono quotidianamente il nostro territorio, che lo conoscono per osmosi, che respirano solo se respira il Dio Nettuno: ma gli scarichi fogniari dei paesi dell’entroterra dove finiscono? Nei fiumi che nascono tra i monti per poi finire in mare? Nei valloni? Quei liquami hanno un impatto dannoso per la salute del nostro mare? In che misura?
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