Sanità, due milioni di euro dati a un centro che non esiste
| di Maria Antonia CoppolaI soldi sono pochi, bisogna tagliare, risparmiare, combattere gli sprechi. Giusto, vero, sacrosanto: soprattutto nel sistema sanitario regionale c’è qualcosa che non quadra, i conti sono stati a lungo fuori controllo al punto che il governo centrale ha dovuto, come si sa, commissariare il comparto. Tanto per cambiare, quasi che di commissariamenti in Campania ce ne fossero pochi. Ma tant’è. Cronache del Mezzogiorno è andato a guardarsi un po’ le carte, quelle relative al sistema delle rimesse pubbliche ai centri privati accreditati presso la Regione: un settore, per così dire, “sensibile”, uno di quelli che spesso fa discutere e che, altrettanto spesso, minaccia sfracelli a tutto tondo. Dallo sguardo, seppur profano, lanciato tra i documenti e la memoria che andava ai continui scioperi (l’ultimo è stato il 30 novembre scorso, con rituale paralisi del traffico salernitano e tutti gli annessi e connessi) ora di questo ora di quell’altra sigla “sindacale”-per ora chiamiamola così- un’idea ce la siamo fatta: e non è delle più incoraggianti.
Partiamo proprio dallo sciopero di novembre 2009, sorto in conseguenza del fatto che – a detta dei sindacati e dei centri di riabilitazione promotori- il commissariamento dell’Asl non ha comportato benefici alle strutture provvisoriamente accreditate in termini di riduzione dei ritardi dei pagamenti ordinari; l’Asl ha determinato la sospensione di alcuni trattamenti in quanto non rientranti nei tetti di spesa; si spendono tante risorse in più perché non c’è appropriatezza delle prestazioni; la Regione Campania ha varato un regolamento che comporta la contribuzione alla spesa per prestazioni fruite da disabili; i comuni non adempiono ai loro obblighi di pagamento delle spese di trasporto per i disabili che frequentano centri di riabilitazione.
Insomma, di carne al fuoco ce ne sarebbe a leggere questa pila di rivendicazioni, ed è pure tanta. Ma qualcosa non convince dal momento che si rilevano almeno un paio di circostanze (per ora) che indicano due fatti centrali: soldi deliberati dalla Regione che finiscono nelle casse di chi non ha diritto e strutture assistenziali prive di requisiti che continuano a drenare soldi da anni e magari promuovono pure iniziative di protesta.
Il volume di danaro assegnato all’Asl unica di Salerno e per lo specifico settore della riabilitazione per l’annualità 2009 è pari a circa 60 milioni di euro (precisamente 59.549 mila). E’ tutto indicato nella contestata delibera di giunta regionale n.1269/2009 dal titolo “Piano 2007-2009 di Rientro dal disavanzo sanitario, volumi di prestazioni sanitarie 2009 e 2010 e correlati limiti spesa: integrazioni ed aggiornamenti delle disposizioni in materia di prestazioni sanitarie acquistate da privati accreditati e/o provvisoriamente accreditati.
Invece che cosa è accaduto? Nell’Asl Salerno, leggendo i verbali del tavolo tecnico della Macro-Area Assistenza Riabilitativa, si evince che ai centri privati accreditati provvisoriamente sono state destinate meno risorse pari a 57.749.000. In pratica sono stati sottratti 1.800.000 euro. E qui casca l’asino: dove sono andati a finire questi soldi? Sono pur sempre quasi 2 milioni di euro, qualcosa intorno ai 4 miliardi di vecchie lire, mica bruscolini. Gira che ti rigira, alla fine l’epilogo è sempre quello, vale a dire che sono finiti dove non dovevano. Inutile ora evocare come si definisce “giudiziariamente” uno cosa del genere, la si comprende semplicemente riflettendoci. Ad ogni buon conto quei soldi li ha intascati un centro di riabilitazione di un paesino del Cilento rientrante nell’ex Asl SA 3 che non aveva alcun accreditamento, di nessun tipo: in pratica è come aver dato soldi ad un dentista che non era neppure odontotecnico, anche se magari tra i più bravi al mondo quando si trattava di operare. Questo centro ha incassato giusti giusti i soldi che mancavano all’appello: come mai? Che fa il commissario spedito a Salerno, il dottor De Angelis? Le sa queste cose, le legge le carte come le leggiamo noi oppure non gliele fanno vedere? Vogliamo facilitargli il compito: i verbali sono del 24 luglio 2009 e del 27 ottobre 2009 e parlano precisamente di 1milione e 811mila euro erogati a quel centro.
E tutti questi grilli salterini del sindacato che -dicono- tutela i lavoratori e i servizi alle persone disabili che fanno? Come mai, ad esempio, nell’ultimo sciopero del 30 novembre non si sono mobilitati a denunciare un fatto che conoscono benissimo? Ecco che vien lecito pensare che qualcosa non torna e che, al solito, il sindacato è più sensibile ad altro che non a quello che sbandiera per l’universo mondo (magari un bel corso di formazione professionale, no?).
Passando poi ad un altro aspetto che pure condiziona il funzionamento di questo vitale settore della sanità campana, quello cioè dei requisiti strutturali per poter operare, si è diffusa qualche settimana fa la notizia di controlli incrociati da parte dell’autorità giudiziaria su alcune strutture.
Sembra che ci sia qualche realtà nella provincia di Salerno dove l’attività riabilitativa è esercitata in carenza di autorizzazioni sanitarie, o di certificati di agibilità, o delle condizioni igienico-sanitarie idonee per l’attività, o senza gli allacci per l’immissione nelle fogne, o senza le strutture di cui avrebbero bisogno. In pratica gli utenti che frequentano queste realtà non riceverebbero la tutela che la legge invece impone. Sapendo che si tratta di disabili, la circostanza è ancora più grave.
Ma di questo parleremo prossimamente.
fonte: Cronache di Mezzogiorno
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