Inizia la Fase 2, buona fortuna Cilento: occorre prudenza
| di Luigi MartinoFase 2, si parte. Da oggi vengono meno alcune delle limitazioni che dallo scorso 11 marzo avevano tenuto in casa milioni di cittadini. Anche se tante altre restano in vigore, almeno fino al 17 maggio. Dopo due mesi di lockdown rialzano le saracinesche le aziende manifatturiere, tutto il settore dell’auto, la moda, il tessile, i cantieri edili e il commercio all’ingrosso oltre a quello al dettaglio di fiori e piante. Tornano così al lavoro 4 milioni di persone. Si può far vista a parenti e fidanzati, riaprono i parchi, è consentito fare sport non solo nei pressi della propria abitazione. Ma non è un ‘liberi tutti’, ha subito ricordato il premier Giuseppe Conte: «Come mai prima, il futuro del Paese sarà nelle nostre mani. Più saremo scrupolosi e prima potremo riconquistare altri spazi di libertà». Il Viminale ha chiesto ai prefetti un’applicazione “prudente ed equilibrata” delle misure: l’obiettivo primario è tutelare la salute, allentando però l’impatto delle prescrizioni sulla vita quotidiana. I trasporti saranno il vero banco di prova per le principali città italiane: mascherine e distanza di sicurezza le nuove parole d’ordine.
In Cilento la fase 2 vuol dire anche programmazione della nuova stagione estiva. Anche se il territorio è in attesa di indicazioni precise. Una grossa fetta di pil ricade in questo settore specifico. Nel corso della fase 1 si sono succedute le riunioni e le call conference tra politici e imprenditori del settore per programmare un’estate «diversa». Per il Cilento diversi i punti a favore nella tempesta dell’emergenza sanitaria più pericolosa degli ultimi 70 anni. I comuni costieri del Parco sono stati sempre presi d’assalto da un turismo regionale. Se la fase 2 non farà registrare picchi di contagio eccezionali, a giugno il governatore della Campania e il governo centrale, potrebbero pensare di riaprire i confini comunali tenendo blindata la Regione. Ma il nodo da sciogliere, a questo punto, sarebbe un altro. Anzi, ce n’è più di uno. Tutti legati alle misure da adottare e alla capienza. Quanti clienti possono ospitare le strutture ricettive? Che distanza tra un ombrellone un altro? In caso di contagio nella struttura cosa accade? Ci sono i presidi ospedalieri e le strutture sanitarie a sufficienza per affrontare un’emergenza estiva in Cilento? A queste e ad altre domande tentano da settimane di trovare risposta gli imprenditori del settore. Chiarimenti che potrebbero arrivare – come annunciato dal ministro del Turismo – nel prossimo Dpcm che sarà reso noto prima del 18 di maggio.
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