Insieme alla mamma ha ucciso il papà ma non andrà in carcere: la storia
| di Redazione
Massimiliano Palmieri resta ai domiciliari: la Cassazione annulla l’ordinanza del Riesame
Massimiliano Palmieri, il giovane di 20 anni di Giffoni Valle Piana condannato in primo grado per l’omicidio del padre, non tornerà in carcere. La Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio, la decisione del Tribunale del Riesame di Salerno, che nei mesi scorsi aveva accolto la richiesta della Procura per la revoca della misura dei domiciliari. Questo significa che il giovane continuerà a scontare la pena presso la propria abitazione, dove sta proseguendo gli studi universitari in Scienze e Tecnologie Informatiche.
L’istanza avanzata dai pubblici ministeri Licia Vivaldi e Stefania Faiella, supportata anche dai familiari della vittima costituitisi parte civile, mirava a revocare il beneficio concesso dalla Corte d’Assise di Salerno. Tuttavia, la Suprema Corte ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato difensore Antonietta Cennamo, ristabilendo la validità della decisione precedente e bloccando di fatto l’ordinanza del Riesame.
Nel frattempo, si attendono ancora le motivazioni della sentenza di primo grado, che ha stabilito la condanna di Palmieri a 15 anni di reclusione e di Monica Milite, la madre, a 18 anni. I giudici hanno riconosciuto che entrambi sono responsabili dell’omicidio del fornaio Ciro Palmieri, ma hanno anche valutato la presenza di attenuanti, ritenendo che il delitto sia stato commesso in seguito a una provocazione.
Le pene inflitte risultano quindi inferiori rispetto al minimo previsto dalla legge, considerando che la Corte ha ritenuto prevalenti le attenuanti sulle aggravanti, tra cui i legami familiari con la vittima, la crudeltà dell’azione (oltre trenta coltellate, seguito dallo smembramento del corpo) e la presenza di minori. Il reato di occultamento di cadavere e vilipendio ha comportato un ulteriore aggravio di un anno sulle condanne principali.
Le richieste dell’accusa erano state ben più severe: la Procura aveva infatti chiesto 25 anni per Milite e 22 per Palmieri, mentre un minore coinvolto nel delitto ha già ricevuto una condanna a 16 anni con rito abbreviato.
Ora la magistratura salernitana dovrà riesaminare il caso alla luce delle indicazioni della Cassazione, ma, almeno per il momento, Palmieri resterà ai domiciliari.
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