“Turnammo a casa”: Francesco Di Bella dei 24 Grana si racconta
| di Giuseppe GalatoDi ritorno da Chicago dove i 24 Grana hanno registrato il loro nuovo album insieme a Steve Albini, in occasione del live il 28 Agosto a Scario, abbiamo avuto modo di fare qualche domanda al leader della storica band partenopea.
D: Siete da poco tornati da Chicago, dove avete registrato il vostro nuovo album insieme allo storico produttore Steve Albini: raccontaci un po’ di questa esperienza.
R: La scelta di registrare con Steve Albini è nata soprattutto perché volevamo registrare in analogico. Lui ci ha messo subito a nostro agio, ha fatto un grande lavoro sul suono. Del resto è un produttore con grande esperienza. Davvero una bella esperienza.
D: Steve Albini è conosciuto soprattutto per produzioni legate a una musica dura, voi 24 Grana per aver sempre cambiato totalmente genere musicale di album in album: cosa ci dobbiamo aspettare da questo vostro nuovo lavoro?
R: Ultimamente ha anche prodotto cose più soft. Però, si, in generale ha un certo sound che si adattava bene a come erano già state concepite le chitarre dei nostri nuovi brani. Per quanto riguarda gli album dei 24 Grana effettivamente non abbiamo mai fatto un album uguale ad un altro, tanto che molte volte, quando mi fanno la fatidica domanda “tu che musica suoni?” non so cosa rispondere. Anche questo nuovo lavoro sarà ancora una volta diverso dal precedente. Diciamo che molte volte, anche per il fatto che strutturiamo ogni album come un concept, ci viene naturale adattare le nostre musiche a quello che vogliamo comunicare.
D: Quando uscirà l’album?
R: Dovrebbe uscire a Gennaio, stiamo valutando.
D: Avete già in mente il titolo?
R: Abbiamo in mente qualcosa, ma ancora nulla di sicuro.
D: In queste tre date porterete già qualche brano nuovo?
R: Non credo. Sai com’è, non vorremmo anteprime sui brani prima dell’uscita dell’album. Vogliamo arrivare a pubblicare l’album con effetto sorpresa!
D: So che a Chicago avete avuto modo di suonare anche dal vivo: raccontaci un po’ di questa esperienza.
R: Il live a Chicago, al Double Door, locale storico dove hanno suonato band del calibro degli Smashing Pumpkins, è stata una grande sorpresa per noi che ci ha fatto il nostro management. Noi quando siamo arrivati non ne sapevamo nulla, e cantare in napoletano in America è stato anche un po’ strano. C’è stato un ragazzo di San Giorgio A Cremano che abita in America, non so di preciso dove, che per venirci a vedere si è fatto 400 km, e questo ci ha fatto davvero piacere.
D: Nando (Cotugno, ndr) ha momentaneamente lasciato la band ed al suo posto è subentrato Alessandro Innaro: come lo avete conosciuto e quanto è stato importante il suo apporto per la stesura dei nuovi brani?
R: Nando si è preso questo anno sabbatico in cui ha voluto spostarsi a Londra, e noi, da amici, ne abbiamo appoggiato le scelte. Una scelta che comunque non lo esclude dai 24 Grana, infatti nei prossimi mesi, al suo ritorno, decideremo meglio insieme cosa fare. Alessandro, invece, l’abbiamo conosciuto sia perché è più o meno un nostro coetaneo e stava nel circuito, sia perché è stato già bassista di Libera Velo, la moglie di Renato (Minale, ndr). Un musicista che è comunque in linea con il nostro modo di fare musica, molto sensibile, e che ha subito capito ciò che noi volevamo, quindi di sicuro il suo apporto è stato fondamentale per la nascita dei nostri nuovi brani.
D: Come nascono i brani dei 24 Grana? C’è un compositore in particolare, lavorate di equipe o ognuno propone i propri brani?
R: Lavoriamo molto insieme. Di solito arrivo in studio con in mente un’idea e poi ci si lavora su, ognuno apporta al brano il proprio contributo negli arrangiamenti.
D: Voi siete di Napoli e siete venuti spesso a suonare nel Cilento. Come vi sembra la situazione Campana, che vivete, e quella Cilentana, con cui siete stati comunque in diretto contatto?
R: Io personalmente sono molto legato al Cilento, anche perché ho amici sparsi in giro, da Corleto Monforte a Laureana, paese d’origine di mia moglie. Ho uno zio a Sapri e da piccolo venivo sempre in vacanza a Casal Velino. Il Cilento è davvero l’eccellenza della Campania, per turismo e posti. L’unica cosa che mi ha sempre un po’ reso triste era il sentirmi denigrato perché napoletano, come se ogni napoletano sia cafone e invadente…
D: …diciamo che, purtroppo, un po’ forse è così per i turisti che vengono nelle nostre zone, siano essi napoletani, romani o milanesi, perché il nostro turismo attira questa tipologia di gente.
R: Appunto. Il fatto è che manca la cultura e quando manca la cultura viene attirato un certo tipo di gente. Se il Cilento offre la discoteca tamarra, il locale tamarro, ecc, allora ci verrà sempre per la maggiore un turista tamarro piuttosto che un turista a cui piace la cultura (e la civiltà, ndr). Ci sono forti tagli alla cultura, soprattutto negli ultimi anni. C’è un festival che organizzavamo a Benevento che da qualche anno non ha avuto più fondi. Vorrei sapere pure questi soldi dove vanno a finire.
D: C’è qualche band cilentana che conoscete e che credete abbia le potenzialità per emergere?
R: Sinceramente, a parte gli …A Toys Orchestra, che sono comunque ormai una band affermata, non me ne vengono in mente. Ma io so’ nu poc scurdariell! (ride)
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