“Zero G.”: giovani astrofili alla scoperta del cielo di Elea-Velia
| di Vince EspositoNell’ambito de “La Notte dei Musei”, l’evento europeo che ha aperto gratuitamente le porte di musei ed aree archeologiche la sera del 14 maggio, nel parco archeologico di Elea-Velia abbiamo incontrato gli “Zero G.”, giovani astrofili del liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Vallo della Lucania.
I ragazzi, guidati da Valentino Merola e Paolo Bartoli, docenti di biologia, chimica e geografia astronomica dell’istituto, hanno allestito un osservatorio mobile all’interno degli scavi, per scrutare dall’agorà le stelle del cielo di Elea-Velia.
Incuriositi dalla loro attività, abbiamo deciso di intervistare il professore Bartoli, promotore del gruppo astronomico.
D: Che cosa significa la sigla “Zero G.”?
R: “Zero G.” significa “Zero Gravità”, nel senso che i membri del gruppo astronomico lavorano in assenza di gravità, approcciandosi con leggerezza e semplicità allo studio del cielo e dei fenomeni celesti, senza pretendere di essere degli scienziati alla scoperta dello spazio ma presentandosi come semplici appassionati intenzionati a comprendere, con umiltà, stupore ed autoironia, il tetto che copre il mondo.
D: Quando nascono gli “Zero G.”?
R: L’idea di creare un gruppo di giovani astronomi è nata circa tre anni fa, nel corso dei quali si sono inseriti ciclicamente nel gruppo più di cento studenti del liceo scientifico, tutti interessati allo studio del cielo. Si tratta di alunni provenienti da diverse classi dell’istituto, guidati da me e dagli altri docenti di discipline scientifiche in un progetto interessante ed impegnativo, che ci ha condotti ad esperienze nuove che si discostano notevolmente da quelli che sono i normali programmi scolastici, integrandoli.
D: Ma, in sostanza, in che cosa consiste l’attività degli “Zero G.”?
R: Gli “Zero G.” sono un gruppo di astrofili itineranti, che si spostano nei diversi paesini del Cilento per organizzare, gratuitamente, vere e proprie serate di osservazione del cielo, dedicate alla visione degli astri. L’intento principale del gruppo è assolutamente ricreativo: creare, cioè, un clima di affiatamento e di complicità tra persone unite dalla stessa passione che, spinti dalla volontà di migliorarsi, di imparare e di allargare i propri orizzonti, possono diventare un importante elemento di forza ed orgoglio per tutta la scuola. Nel contempo, le attività di osservazione del cielo promosse dai ragazzi hanno anche un intento informativo e didattico: cerchiamo, in sostanza, di fornire alle persone, ai bambini e agli appassionati una sorta di bussola guida per l’esplorazione del cielo. I nostri obiettivi, inoltre, hanno trovato concretizzazione in una rivista periodica di astronomia, “Ho vegliato le notti serene”, frutto di una speciale sinergia tra docenti e studenti.
Mentre cerco di prendere nota delle risposte dell’intervistato, il professore Merola, ben incappucciato, con un puntatore luminoso cerca di orientarsi nel cielo di quella notte speciale, mostrando ai presenti l’esatta collocazione di Venere e delle costellazioni di Orione, dell’Orsa maggiore e dell’Orsa minore.
I ragazzi intanto, infreddoliti per il fresco alito di una Elea-Velia meravigliosamente “viva”, che svela pudica la sua più profonda essenza, seguono con passione e dedizione le parole del loro docente, si accalcano attorno al grande telescopio accuratamente posizionato per osservare la Luna, Saturno e i suoi anelli.
Giovani protagonisti della serata: Giovanna, Veronica, Giacomo, Mattia, Emanuele, Ruggiero e infine Paolo, che mi fa notare la maestosità dei crateri lunari e mi precisa che “c’è troppa umidità questa sera, le lenti del telescopio si appannano, le condizioni metereologiche non sono delle migliori per una buona osservazione del cielo”. E continua scrupoloso “cerchi di non fissare per molto tempo lo stesso punto, non abbiamo usato i filtri per proteggere gli occhi!”.
Mi sono sentita un po’ come Ciaula, fanciullo protagonista di una novella di Pirandello, che improvvisamente scopre la Luna: “Eccola, eccola là, eccola là, la Luna… C’era la Luna! La Luna! E Ciaula si mise a piangere senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva nell’averla scoperta, là mentr’ella saliva pel cielo, la Luna col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura né si sentiva più stanco nella notte ora piena del suo splendore”!
Per informazioni:
Paolo Bartoli – pa0bar@libero.it
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