Yokoano: “scoprirai la sorpresa che ho dentro il mio cuore di plastica”
| di Giuseppe GalatoI System Of A Down che incontrano i Negazione in un pogo selvaggio: questo sono i Yokoano.
Un misto di Punk Hardcore, Metal, Progressive e chi più ne ha più ne metta.
Una band che dal suo esordio discografico (album omonimo prodotto da “Canapa Dischi” dei Punkreas) ne sta facendo di strada a botte di chitarre distorte, voci urlate, bassi inquieti e drumming selvaggio ma al contempo assurdamente preciso e complesso.
Fra l’apertura agli Ska-P e la vittoria come miglior band della Regione Lombardia all’Italia Wave (che li porterà a suonare al festival pugliese questa estate) i Yokoano sono una di quelle “giovani” (Dani, chitarra, voce e principale compositore della band, è già membro delle PornoRiviste) band italiane tutte da scoprire.
Li abbiamo intervistati.
D: Yokoano: un nome che sta risuonando sempre più forte, come la vostra musica, in tutta Italia e, pian piano, si sta affermando come una delle realtà musicali più interessanti dello stivale. Eppure siete una band praticamente neonata, che ha pochi mesi di vita. Raccontateci un po’ la “storia” dei Yokoano fino ad ora.
R: Come prima cosa, ciao a te ed a tutti i lettori!!
Yokoano nasce come esigenza di sbroglio degli intricati fili della creatività di Dani nel 2005 circa, fili che si sono venuti ad intrecciare nel 2008 con quelli di Zak e Dario fino a stendere e tessere la tela che ci ha portati al nostro primo album nella primavera del 2010.
Abbiamo registrato coadiuvati da Gianluca “Amen” Amendolara nel suo Cellar Door Studio di Milano, i pezzi sono stati sentiti dai Punkreas che si sono interessati al progetto, fino a decidere di far uscire il disco sotto la loro Canapa Dischi.
D: Fra i vostri grandi traguardi c’è di sicuro la vostra presenza sul palco degli Ska-P: raccontateci di questa esperienza.
R: Dani aveva già avuto la possibilità di calcare palchi di queste dimensioni, per cui era ben preparato alla situazione, mentre io e Dario eravamo al battesimo del fuoco…
È stata un’esperienza incredibile, vivevamo in un bagno di adrenalina pura! Saliti sul palco, alla prima nota tutte le tensioni si sono sciolte immediatamente e le sensazioni si sono amplificate. È stata un’esperienza indimenticabile! Il problema è che poi finisce e devi scendere… mentre ne vorresti ancora ed ancora!
Dobbiamo ringraziare ancora i Punkreas, Gianluca e tutto l’entourage per l’opportunità ed il supporto che ci hanno dato (anche per il video) in questa occasione per noi estremamente importante.
D: Avete partecipato spesso ad eventi cultural-musicali pro-ambiente, contro la vivisezione o comunque per la protezione degli animali. Anche dai vostri testi traspare una forte empatia verso il genere animale (come in “U.O.M.O.”) e verso la natura: cosa dovrebbe imparare l’uomo dagli animali?
R: Noi facciamo musica, che è sensazione nuda e cruda, è trasposizione tramite il mezzo sonoro di sensazioni che ognuno elabora per provare dei sentimenti. Ossia quanto più vicino alla terra, senza filtri, come gli animali, i quali vivono privi del preconcetto, dove la fase di passaggio dalla sensazione al sentimento è diretta. Ci sentiamo estremamente affini agli animali per questo motivo, e non riusciamo assolutamente a credere a chi ci vuole far credere che non provano sentimenti. Basta guardare negli occhi un cane per convincersi del contrario.
Quello che tutti noi dovremmo imparare dagli animali è il ritorno alla semplicità, al nocciolo delle cose. Un animale capisce immediatamente cosa è bene e cosa è male, senza dover soppesare le convenienze e le opportunità. Ama ed odia senza mezzi termini, senza secondi fini.
D: Nucleare: cosa vogliamo dire a chi è pro?
R: Viviamo in una penisola con una densità abitativa elevata, alle soglie di una placca tettonica, con l’incapacità oggettiva di gestire il quotidiano anche solo dei rifiuti urbani, figuriamoci delle scorie radioattive, inoltre il nucleare ad oggi deve ancora dimostrare la sua efficienza economica. Tutto questo dovrebbe far come minimo riflettere chiunque sulla opportunità di impianti nucleari sul nostro territorio. Va inoltre ricordato che siamo in democrazia, e una espressione della democrazia, ossia un referendum, si è già espressa in materia bloccando di fatto il nucleare nel nostro paese.
Abbiamo la fortuna di vivere in un paese con una forte esposizione al sole, le nostre coste e le nostre isole non sono di certo carenti di vento… ed il nucleare ha appena dato dimostrazione della sua pericolosità in Giappone dove sicuramente sono più preparati di noi ad eventi catastrofici… dici che può bastare?
D: Il 26 marzo suonerete ad Atripalda, in provincia di Avellino: che idea vi siete fatti della situazione campana?
R: È la prima volta che veniamo in Campania a suonare, e siamo quindi molto curiosi e galvanizzati da quello che ci aspetta, sopratutto per la rinomata energia dei campani!!!
D: Ho visto su Youtube alcuni video live in cui eseguiti alcuni nuovi brani: quante nuove canzoni avete già pronte e quando pensate di pubblicare un nuovo album?
R: Non stiamo lavorando espressamente a brani nuovi, si tratta come sempre di giochi in sala prove che poco alla volta crescono fino a diventare “grandi” ed essere pronti per venire con noi sui palchi. Per ora siamo impegnati a far conoscere la nostra musica, non abbiamo in mente di proporre un album nuovo quest’anno, ma per il prossimo ci sono canzoni che spingono per essere composte!
D: Siete una band molto versatile: dal vostro nuovo lavoro dobbiamo aspettarci nuove influenze musicali o vi atterrete suppergiù a quello che è stato lo stile del vostro album omonimo?
R: Rispetto al primo album, quando musicalmente eravamo più trasversali, ora il suonare insieme ci sta dando una maggiore amalgama, fermo restando le nostre origini differenti. Mentre il primo album era un getto di emozioni che dovevamo forzatamente far uscire, quello che ci esce ora è più riflessivo, anche se continuiamo a picchiare giù per bene… come influenze, ce le direte voi quando lo sentirete!
D: Siete mai stati, anche solo in veste di vacanzieri, nel Cilento? Una zona resa nota negli ultimi mesi soprattutto dalla notizia dell’assassinio di un sindaco cilentano, Angelo Vassallo. Conoscete la zona? Cosa ne pensate di questo omicidio?
R: Io (Zak) sono stato a Torre Orsaia, ricordo tanto cibo, tanto assenzio e tantissimo biliardino!!! Scherzi a parte, zona magnifica!!!
Riguardo al “sindaco pescatore” ne sappiamo quello che hanno riportato i giornali, come purtroppo spesso succede, sotto ai titoli di prostitute minorenni con presidenti del consiglio e case all’estero di vari potenti.
E così un sindaco che fa il suo dovere e si mette contro la criminalità del suo paese viene freddato per dare un esempio a tutti gli altri.
Queste storie non trovano mai i riflettori della cronaca perché il paese dorme, la massaia è più preoccupata dai numeri del bingo piuttosto che per quello che veramente uccide, per poi però chiedere l’intervento dei vigili quando sotto casa sente il rumore di ragazzi che chiacchierano.
Certo che se i sindaci di quella pasta fossero molti di più, la forza sarebbe dalla loro.
D: Volete salutare i nostri lettori?
R: Un saluto da Yokoano, e speriamo di vederci presto nel Cilento!
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