La Campania non dimentica il terremoto del 1980 che devastò l’Irpinia
| di Marianna ValloneBastarono 90 secondi per cancellare dalla cartina geografica interi paesi della Campania e della Basilica. Quarantatré anni fa la terribile tragedia: il terremoto dell’Irpinia, considerato uno dei più gravi terremoti della recente storia italiana. Erano le 19.34 del 23 novembre 1980 quando la terra tremò. Il terremoto dell’Irpinia colpì una vasta area compresa tra le province di Salerno e Potenza, con una magnitudo di 6.9. Fu colpita dal sisma un’area di 17mila chilometri che andava dall’Irpinia al Vulture, a cavallo delle province di Avellino, Salerno e Potenza. Furono contati 2.914 morti, 8.884 feriti, 280mila sfollati.
In provincia di Salerno furono tanti i comuni colpiti: Castelnuovo di Conza, Laviano, Colliano, Ricigliano, Romagnano al Monte, Salvitelle, San Gregorio Magno, Santomenna, Valva. Tutti comuni situati a nord est della provincia. Dei quasi 3mila morti, in provincia di Salerno il bilancio ufficiale fu di 674 vittime e di 2.468 feriti.
«Una ferita mai rimarginata – commenta il presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri – Sono trascorsi ormai 43 anni dal terremoto dell’Irpinia. Il sisma devastò interi paesi, lasciò migliaia di persone senza casa, fece quasi tremila vittime. Dopo tanti anni, ogni 23 novembre si rinnova il dolore di una ferita mai rimarginata. È nostro dovere fare memoria di quell’evento, ricordare chi in quella circostanza perse la vita. Ma è nostro dovere di classe politica e dirigente soprattutto fare in modo che, attraverso politiche di prevenzione e l’adozione di necessarie misure antisismiche, tragedie così possano non ripetersi più».
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