La Cassazione stravolge i piani: ora (quasi) tutti vogliono le dimissioni di Franco Alfieri

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La Cassazione stravolge i piani: ora (quasi) tutti vogliono le dimissioni di Franco Alfieri

La decisione della Cassazione ha cambiato il quadro politico attorno a Franco Alfieri, sospeso dalla carica di presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum. Se fino a pochi giorni fa il mantra era “resisteremo”, ora il lessico sembra virare verso un più cauto “valuteremo”. La Suprema Corte ha rigettato i ricorsi presentati per lui e altri cinque imputati, lasciando inalterate le misure cautelari e confermando la competenza del tribunale di Salerno. Un duro colpo che potrebbe ridisegnare gli equilibri istituzionali e politici nelle prossime settimane.

Capaccio tra attesa e incertezza

La giornata di venerdì è stata vissuta con grande apprensione nella città dei Templi. Fino all’ultimo, sostenitori e amministratori speravano in una decisione favorevole che potesse riportare Alfieri sulla scena politica già nelle ore successive. Tuttavia, nel tardo pomeriggio, la sentenza della Cassazione ha confermato il quadro accusatorio, lasciando il sindaco sospeso ai domiciliari insieme agli altri coinvolti nell’inchiesta: la sorella Elvira Alfieri, gli imprenditori della Dervit Alfonso D’Auria e Vittorio De Rosa, l’ex capostaff Andrea Campanile e il funzionario comunale Carmine Greco.

Il mancato trasferimento del processo a Vallo della Lucania ha deluso chi sperava in una ridefinizione dell’inchiesta. Il contraccolpo politico non si è fatto attendere: l’amministrazione comunale di Capaccio, guidata dalla facente funzioni Maria Antonietta Di Filippo, si trova ora in una posizione sempre più precaria. Crescono le voci di consiglieri pronti a rassegnare le dimissioni, una mossa che potrebbe portare allo scioglimento del Consiglio e a nuove elezioni già in primavera. Se ciò accadesse, Alfieri decadrebbe automaticamente anche dalla presidenza della Provincia di Salerno, aprendo un’ulteriore crisi politica a Palazzo Sant’Agostino.

Le riflessioni di Alfieri e le pressioni per un passo indietro

Dal giorno dell’arresto, avvenuto il 3 ottobre scorso, Alfieri ha sempre evitato di fare un passo indietro, nonostante la sospensione disposta dal prefetto Francesco Esposito. Tuttavia, la nuova bocciatura della Cassazione potrebbe spingere il sindaco a riconsiderare la sua posizione. Il pressing per le dimissioni si fa sempre più forte, non solo dall’opposizione di centrodestra, ma anche da esponenti del suo stesso partito.

A sottolineare la necessità di un cambio di rotta è stato Antonio Misiani, commissario regionale del Partito Democratico, che da Napoli ha lanciato un messaggio chiaro: “Ho chiesto che il presidente della Provincia di Salerno si dimetta, perché è opportuno”. Misiani ha ribadito che il Pd applicherà con rigore le proprie regole etiche ed escluderà dal tesseramento tutti gli amministratori sospesi a causa di indagini in corso.

Verso una nuova fase politica

La vicenda Alfieri potrebbe rappresentare uno spartiacque per la politica salernitana e regionale. L’inchiesta sulla gestione degli appalti della pubblica illuminazione e i nuovi sviluppi dell’inchiesta-bis potrebbero ulteriormente complicare il quadro. In attesa dell’udienza del 20 marzo, le dinamiche politiche locali sono in continua evoluzione e le prossime settimane potrebbero rivelarsi decisive per il futuro di Alfieri e del suo entourage.

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