La Consulta boccia la legge regionale: De Luca non può ricandidarsi per il terzo mandato
| di Redazione
Con una sentenza che segna la fine di un’epoca politica per la Campania, la Corte Costituzionale ha deciso: Vincenzo De Luca, attuale presidente della Regione, non potrà ricandidarsi per il terzo mandato. La decisione arriva a pochi giorni dalla scadenza del suo secondo mandato e scuote gli equilibri della politica regionale. Il ricorso, presentato dal governo italiano, ha annullato la legge regionale che permetteva al governatore campano di tentare una nuova corsa alla presidenza, portando de facto alla fine di un’era che ha caratterizzato la politica della Campania negli ultimi vent’anni.
La legge regionale che consentiva a De Luca di candidarsi per la terza volta era stata approvata nel 2020 dalla Giunta regionale, ma fin da subito era stata oggetto di critiche e contestazioni legali. Il governo italiano, infatti, aveva ritenuto che tale normativa fosse in contrasto con la Costituzione, che prevede il limite di due mandati consecutivi per i presidenti di regione. La legge campana, pertanto, era stata vista come un tentativo di aggirare la normativa nazionale, aprendo la porta a quella che sarebbe stata la quarta candidatura di De Luca in vent’anni di politica regionale.
La decisione della Corte Costituzionale arriva come una pesante battuta d’arresto per il governatore e per il suo partito, il Partito Democratico, che aveva fatto della rielezione di De Luca uno degli obiettivi principali nelle prossime elezioni regionali. La sentenza di oggi non solo cancella la possibilità per De Luca di tornare in corsa, ma segna anche la fine di un lungo periodo di stabilità politica che aveva visto il presidente uscente come figura centrale della Regione. La sentenza della Consulta, infatti, non si limita a una questione giuridica, ma ha effetti devastanti sul piano politico.
Con il rifiuto della possibilità di un terzo mandato, la Campania si trova ora di fronte a un’incertezza politica che potrebbe avere pesanti ricadute sulle elezioni regionali, previste per la prossima primavera.
©Riproduzione riservata