La crisi del commercio dopo il Covid: chiusi 20 mila negozi in 45 giorni in Campania
| di Luigi MartinoVentimila saracinesche chiuse dopo il lockdown. Altre 47mila si avviano alla chiusura nei prossimi mesi. I numeri della crisi del commercio della Campania, emersi dallo studio del primo semestre 2020 condotto da Confesercenti Campania, fanno tremare i polsi. Perdite per 48 miliardi, a rischio 140mila posti di lavoro. Sono passati solo 45 giorni dalla riapertura dei negozi, eppure la ferita è sempre più profonda. Lancia l’allarme Vincenzo Schiavo, presidente Confesercenti Campania: “Le perdite delle aziende della nostra regione rappresentano cifre negative enormi maturate nel corso degli ultimi 4 mesi, ovvero nel periodo del lockdown e in questo primo mese e mezzo di riapertura. La nostra economia è in ginocchio”.
Nel primo semestre del 2020 – scrive Tiziana Cozzi su Repubblica – le imprese campane hanno fatturato 27,8 miliardi di euro in meno rispetto ai primi 6 mesi del 2019, con una catastrofica parabola discendente. Nei mesi di marzo e aprile persi 15,5 miliardi di euro a cui si aggiungono i 12,3 miliardi dei mesi di maggio e giugno. Un aumento delle perdite ridotto di poco (dal 96 al 75 per cento), da quando le aziende hanno potuto riaprire. Allarme e rischio collasso anche per il settore abbigliamento. Da Confcommercio arriva l’appello al presidente della Regione Vincenzo De Luca: “Anticipate i saldi per evitare una catastrofe”.
Tra i settori in crisi, oltre al commercio (con 328mila occupati e perdite più del 50 per cento del fatturato), turismo (con 132.850 lavoratori e perdite del 100 per cento), manifatturiero (con 183mila occupati). Seguono settori meno penalizzati ma comunque in crisi come trasporti, spedizioni e costruzioni. “Se questo sarà l’andamento dell’economia anche a luglio e agosto – prosegue Schiavo – la Campania dovrà affrontare un ulteriore tsunami economico. Il momento è molto grave. Manca la domanda, gli esercenti sono al collasso, l’economia è ferma”. Schiavo invoca l’intervento del governo e chiede l’azzeramento dell’Iva e delle tasse per tutto il 2020. Sul piede di guerra anche Confcommercio che arriva in sostegno degli associati della moda, in profonda crisi finanziaria. “Il presidente De Luca anticipi la data di inizio dei saldi, rispetto al primo agosto – chiarisce subito il direttore Pasquale Russo – le imprese stanno scontando tuttora le pesantissime conseguenze dell’emergenza Covid, con un calo delle vendite nel mese di giugno pari ad oltre il 50 per cento rispetto allo scorso anno”. Russo ha inviato una lettera a De Luca e e all’assessore alle Attività produttive Antonio Marchiello. Divisi i commercianti di Chiaia. “È giusto anticipare i saldi al 18 luglio, potrebbe imprimere un po’ di movimento – afferma Carla Della Corte – subiamo la concorrenza sleale con i saldi che già praticano in molti”. Ma gli associati del settore moda di Confcommercio di Chiaia non ci stanno: “Non siamo d’accordo – si ribella Roberta Bacarelli del Chiaia district, composto da circa 140 negozi di abbigliamento – abbiamo avuto solo un mese di vendita e solo ora le cose stanno migliorando. I saldi restino ad agosto”. “Situazione tragica – spiega Loredana Scialò del corso Umberto – posticipare i saldi è stato un danno, subiamo già concorrenza on line”. Soffre per la mancanza di turisti via Toledo. Negozi vuoti, commercianti in sofferenza.
“Siamo d’accordo sui saldi anticipati – si lamenta Rosario Ferrara confederazione Imprese e professioni Toledo-Spaccanapoli e Pignasecca – . Abbiamo paura di un nuovo lockdown, le aziende sono ferme, i consumi anche, tutti i 200 negozi del nostro consorzio rilevano perdite tra il 40 e il 70 per cento. In tanti stanno ricevendo ingiunzioni di pagamento dai fornitori”.
Punta invece sull’ottimismo e chiama a raccolta gli imprenditori dell’isola per reagire alla negatività e rialzarsi in piedi, Sergio Gargiulo, presidente Federalberghi Capri. È lui a lanciare un appello per dire basta alle polemiche e alla disinformazione: “Capri riparte e con la riapertura di tutti i suoi alberghi ricominciamo a vivere. Tutto ciò che si doveva fare è stato fatto. L’isola è stata messa in sicurezza. Ora tutti collaborino, restiamo uniti. Non rendiamo vani i sacrifici fatti”.
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