La Dieta Mediterranea: modello alimentare ideale, ma seguito solo dal 5% degli otaliani

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La Dieta Mediterranea: modello alimentare ideale, ma seguito solo dal 5% degli otaliani

La dieta mediterranea è da tempo riconosciuta come uno dei modelli alimentari più sani e sostenibili, promossa da esperti per i suoi benefici sulla salute e per il suo rispetto dell’ambiente. Nonostante ciò, solo una piccola percentuale di italiani aderisce pienamente a questo regime alimentare. Un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), denominato Progetto Arianna, ha rivelato che solo il 5% degli adulti in Italia segue in maniera completa la dieta mediterranea, mentre l’83,8% raggiunge una moderata aderenza e l’11,3% ha un’adesione bassa.

Questi dati, pubblicati sulla rivista Frontiers in Nutrition, sono stati diffusi in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione che si è svolta il 16 ottobre 2024, per mettere in luce una realtà che spinge a riflettere: la dieta mediterranea, seppur nata in Italia (a Pollica, nel Cilento) è poco praticata a livello completo dagli stessi italiani.

I dati

L’indagine Arianna ha coinvolto 3.732 adulti volontari, di cui l’87,7% erano donne, con una prevalenza (71,3%) di partecipanti di età compresa tra i 17 e i 40 anni. La scelta di volontari è significativa: lo studio ha offerto un ritratto dettagliato delle abitudini alimentari italiane, ponendo l’accento su differenze di età, genere, e stile di vita.

Le persone con una moderata aderenza alla dieta mediterranea costituiscono la maggioranza del campione analizzato. Un’adesione completa, al contrario, è stata riscontrata solo nel 5% dei partecipanti, percentuale che evidenzia quanto la dieta mediterranea, nella sua forma tradizionale, sia oggi rara anche nel Paese che ne è la culla. Un ulteriore 11,3% ha mostrato livelli bassi di aderenza, indicando che per una parte degli italiani la dieta mediterranea è difficilmente praticabile o non rispecchia le loro preferenze alimentari.

Chi segue di più la Dieta Mediterranea?

Secondo i risultati, l’aderenza è maggiore tra le donne, i giovani (con meno di 40 anni), gli studenti o disoccupati, e coloro che seguono diete vegane o vegetariane. Gli esperti ritengono che il dato relativo alle donne sia legato a una maggiore attenzione all’alimentazione, supportata da una conoscenza più approfondita del valore nutrizionale degli alimenti. La maggiore adesione tra i giovani può invece dipendere da una sensibilità più accentuata verso l’ambiente e la salute, valori in crescita nelle nuove generazioni. Anche gli studenti e i disoccupati mostrano livelli più elevati di aderenza alla dieta mediterranea, il che potrebbe essere legato alla maggiore disponibilità di tempo per la preparazione dei pasti, rispetto a chi ha impegni lavorativi regolari.

Un altro dato interessante riguarda i partecipanti vegani e vegetariani, che mostrano una buona aderenza alla dieta mediterranea per il frequente utilizzo di alimenti di origine vegetale, fondamentali anche in questo modello alimentare. Sebbene non includano il pesce, alcuni latticini o carne (elementi presenti nella dieta mediterranea), molti dei loro principi alimentari sono allineati con quelli della dieta mediterranea, come il consumo di legumi, cereali integrali, frutta, e verdura.

Gli ostacoli della vita moderna

La ricerca dell’ISS mette in luce come lo stile di vita moderno rappresenti un ostacolo alla pratica della dieta mediterranea. In particolare, le persone che lavorano a tempo pieno o parziale tendono a seguire meno questo regime alimentare, probabilmente a causa di una limitata disponibilità di tempo per la preparazione dei pasti. La dieta mediterranea richiede infatti la selezione di ingredienti freschi e una preparazione dei cibi che non si concilia con ritmi frenetici e la mancanza di tempo. Spesso chi lavora ricorre a pasti pronti o veloci, che sono tipicamente meno salutari rispetto ai piatti della tradizione mediterranea.

Inoltre, la dieta mediterranea richiede una conoscenza di base delle combinazioni alimentari e delle porzioni, un’educazione nutrizionale che non è scontata per molti. A questo si aggiungono i cambiamenti nelle abitudini alimentari delle nuove generazioni, che tendono a preferire cibi processati o a seguire mode alimentari che si discostano dalla dieta mediterranea.

Il valore della Dieta Mediterranea e la sfida del futuro

Nonostante la bassa aderenza, il valore della dieta mediterranea resta indiscutibile. Basata sul consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, olio d’oliva, pesce, e una moderata quantità di carne e latticini, la dieta mediterranea è associata a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, diabete, e alcune forme di cancro. Inoltre, promuove un’alimentazione sostenibile, in quanto privilegia prodotti freschi, locali e di stagione.

Per incrementare la sua diffusione, molti esperti suggeriscono di puntare sull’educazione alimentare sin dalla scuola, e di sensibilizzare il pubblico sui benefici di questa dieta. Potrebbero essere sviluppate politiche che incentivino l’accesso a prodotti freschi e di qualità, riducendo i costi e facilitando l’adozione di questo modello alimentare. Anche le aziende e i datori di lavoro potrebbero contribuire offrendo pause pranzo adeguate e spazi per consumare cibo fresco.

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