La magia del Trifoglio bianco: simboli e proprietà della potentissima pianta del Cilento
| di Marianna ValloneIl Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ospita le fioriture più affascinanti. Ineguagliabile quella del Trifoglio bianco, nome scientifico Trifolium repens L., una pianta perenne, erbacea che in questo periodo primaverile forma vasti tappeti fioriti; i fiori sono riuniti in capolini globosi, solitari, bianchi, verdastri o rosa; le foglie, spesso chiazzate di bianco, sono trifogliate, ovvero composte da tre piccole foglioline sostenute da lunghi piccioli. Questa caratteristica, che è comune per tutte le specie di Trifoglio, ha evocato la valenza positiva del numero Tre.
«A questo numero sono stati attribuiti significati magici e simbolici da tutte le civiltà e in tutte le epoche. – spiega Dionisia De Santis, esperta in botanica, in erboristeria e in fitoterapia, impegnata nel campo delle ricerche floristiche e della conservazione, anche autrice di diversi testi di divulgazione scientifica sulla flora del Cilento – La Scuola Pitagorica, il movimento filosofico e scientifico nato nel sesto secolo avanti Cristo, considera il Tre un numero perfetto, il numero dell’armonia, perchè rappresenta l’insieme dell’Uno e del Due. Il numero Uno, rappresentato geometricamente dal punto, è considerato progenitore di tutti i numeri e dunque della totalità cosmica e della ragione. Il numero Due, geometricamente espresso dalla linea, rappresenta invece la dualità, la contrapposizione, la divisione e anche l’opinione. Il Tre, dunque, geometricamente espresso dal triangolo, sintesi del pari (Due) e del dispari (Uno), raffigura lo sviluppo e l’apprendimento tramite la visione d’interezza della realtà, compresa la sfera spirituale, e alle esperienze positive che possono essere tratte. Ecco perché è spesso associato alla buona fortuna e all’affermazione personale».
Con la natura che si risveglia, il Trifolium repens veste il paesaggio di bellezza. «È una delle 35 specie di Trifoglio che vivono in Cilento, sulle circa una sessantina di specie della Flora nazionale, e qui un ulteriore esempio della ricchezza floristica che caratterizza il Cilento. – aggiunge Dionisia De Santis – Si tratta di una specie officinale e commestibile: i fiori possiedono proprietà depurative, sedative e antinfiammatorie delle vie respiratorie; e infatti nella Tradizione Erboristica sono impiegati per curare tosse e raffreddore. Per uso esterno, l’infuso è antisettico. I fiori, ma anche le foglie più tenere, possono essere utilizzati in frittata oppure aggiunti crudi alle insalate primaverili; inoltre, sono molto belli da aggiungere ai dolci, antipasti o alle pizze rustiche con le Erbe. Nel passato, durante periodi di carestia, i capolini secchi venivano raccolti per essere macinati, integrando in questo modo la farina. Come molte piante appartenenti alla famiglia botanica delle Leguminosae, – evidenzia l’esperta – è ricca in proteine e fissa l’azoto nel terreno. Il Trifoglio unito alle Graminaceae rappresenta un ottimo foraggio e a questo scopo è anche seminato, si estende con grande rapidità e migliora i pascoli magri. Si ottengono sino a 8 sfalci di ottima qualità, solitamente impiegato come foraggio verde».
E tornando ai valori della cultura greca antica, «la Madre della nostra civiltà è Mnemosine, Dea della memoria madre delle muse. È la memoria che permette di andare avanti, ma sempre ricordando il nostro passato. Solo avendo memoria del passato possiamo costruire un futuro migliore. Riportare alla memoria l’importanza e il grande valore simbolico delle Erbe, anche le più umili, comuni, come ad esempio il Trifoglio, sicuramente può contribuire a costruire un futuro migliore».
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