La rinascita di Elea, direttore D’Angelo: «I depositi aperti dal 2025»
| di Marianna Vallone“Elea: la rinascita”, l’attesa mostra al Parco Archeologico di Velia, la prima da quando è stato dotato di autonomia speciale nel 2020 e da quando è stato annesso al Parco archeologico di Paestum. L’inaugurazione si terrà oggi alla presenza fra gli altri del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, del vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli e del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Ad aprire simbolicamente le porte della “rinascita” di Elea è Tiziana D’Angelo, direttore del Parco Archeologico di Paestum e Velia.
Direttore D’Angelo, da dove nasce questa mostra?
Nasce dalla ricerca, in particolare l’idea e l’ispirazione per questa mostra viene dai risultati dei lavori di scavo statigrafico che sono stati condotti tra il 2022 sull’Acropoli di Velia. Gli scavi hanno portato alla luce un edificio sacro che risale agli anni di fondazione della colonia, il primo tempio dedicato ad Atena dagli abitanti di Elea. Partendo dagli incredibili materiali rinvenuti all’interno del tempio, parliamo di armi greche, un elmo greco, un elmo etrusco-italico, altri materiali di provenienza molto differente, ci hanno consentito di fare nuova luce su un momento molto particolare della vita e dello sviluppo della città di Elea-Velia, ovvero la prima fase, quando Elea nasce. Da qui l’idea di raccontare una storia incredibile di grandissima attualità.
Come nasce la colonia di Elea?
La conosciamo fino ad ora principalmente dalle fonti storiche e scritte, dal racconto di Erodoto. Nasce da una fuga, dalla fuga dei Focei, abitanti greci della Jonia, sulla costa occidentale della Turchia, sotto assedio da parte dei Persiani devono fare una scelta importante: lasciare la propria terra, la propria Polis, partire, mantenendo la propria libertà e cultura, oppure rimanere asserviti ai cristiani, perdendo la loro cultura. Una scelta, ci racconta Erodoto, che verrà fatta in una sola notte: gli abitanti di Focea decidono di partire, caricano tutto quello che hanno sulle navi e intraprendono un viaggio, un viaggio di profughi che li vede fermarsi nel Tirreno, vivere di pirateria per alcuni anni e solo dopo diverse battaglie per il controllo dei traffici del Tirreno, fondare la colonia di Elea.
Un racconto che parte dunque dalla fuga dei Focei sino alla fondazione della città di Elea…
Sì, partendo dalle nostre nuove scoperte, con un duplice fine: da una parte raccontare una storia forse troppo poco conosciuta, sottolineandone l’attualità, dall’altra valorizzare il sito archeologico di Elea Velia tutto, non è una mostra standard ma diffusa, attraverso delle postazioni creiamo dei percorsi che portano il visitatore alla scoperta della nuova Elea.
Questa mostra può considerarsi anche il preludio per l’apertura di un museo a Velia?
Non ho mai fatto mistero che Velia in questo momento è dotata di alcuni spazi espositivi, che sono ovviamente limitati. Sull’Acropoli abbiamo due chiese, la Cappella Palatina e la Chiesa di Santa Maria in Portosalvo, con meravigliosi spazi adibiti all’esposizione di alcuni materiali provenienti dal sito e che ora utilizziamo per la mostra. Ciò non significa che il Parco archeologico di Velia non abbia bisogno di un suo museo, di un museo archeologico di Elea-Velia, di questo avevo parlato con il Ministro il quale mi aveva mostrato un grandissimo interesse per questo progetto, che ben si lega a un progetto già in corso, la riqualificazione di un’ex galleria ferroviaria di Velia che verrà trasformata grazie ad un finanziamento di quasi 8milioni di euro, in un deposito accessibile, con spazi di fruizione e aree destinate alla visita.
C’è già una possibile data?
Per il deposito, la progettazione è già in corso, i progettisti stanno lavorando ora al progetto, seguirà poi la fase dei lavori. Secondo il finanziamento il progetto deve essere concluso completamente entro il 2025. Questo si legherebbe molto bene alla realizzazione di un vero e proprio museo.
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