La sfida della sanità nel Cilento, intervista al professore Federico Garzione
| di Luigi MartinoIl Professore Federico Garzione è un noto oculista, specializzato in Chirurgia Oftalmoplastica, originario del Cilento, con una lunga carriera dedicata alla cura e alla prevenzione delle patologie oculari. Dopo aver maturato esperienze significative in centri di eccellenza a Roma e all’estero, è tornato nella sua terra natale per mettere le sue competenze al servizio della comunità locale. Attualmente collabora con la Clinica Cobellis di Vallo della Lucania, punto di riferimento della sanità regionale dove esegue interventi chirurgici avanzati con tecnologia di ultima generazione. Si occupa, inoltre, di programmi di formazione e aggiornamento per il personale sanitario.
1. Difficoltà del territorio cilentano e l’esperienza medica locale
Domanda: Professore, quali sono le principali sfide che ha incontrato esercitando la professione medica nel Cilento?
Risposta: La complessità del territorio cilentano, con la sua geografia articolata e le infrastrutture viarie limitate, rende l’accesso alle cure sanitarie una sfida quotidiana per molti pazienti. La mancanza di strutture sanitarie adeguatamente distribuite e l’elevata domanda di servizi oculistici spesso superano l’offerta disponibile, causando ritardi nella diagnosi e nel trattamento delle patologie oculari. Questo squilibrio compromette la qualità della vita dei pazienti e aumenta il rischio di complicazioni.
Domanda: Come descriverebbe l’accesso dei pazienti ai servizi oculistici nella regione?
Risposta: È limitato, soprattutto per chi vive nelle aree rurali. I pazienti spesso devono affrontare viaggi lunghi e costosi per raggiungere i centri specializzati. Ciò influisce negativamente sulla prevenzione e sul trattamento precoce delle patologie oculari, fondamentali per preservare la vista.
Domanda: In che modo la sua esperienza lavorativa in strutture di Roma e all’estero ha influenzato la sua pratica medica nel Cilento?
Risposta: Lavorare in centri di eccellenza mi ha permesso di acquisire competenze avanzate, che ora utilizzo per trattare casi complessi nel Cilento. Ho introdotto tecniche chirurgiche innovative e protocolli personalizzati, riducendo la necessità per i pazienti di cercare cure fuori regione.
2. Impatto delle infrastrutture sulla sanità locale
Domanda: Le infrastrutture locali, come trasporti e strutture sanitarie, quanto incidono sulla qualità dell’assistenza medica nel Cilento?
Risposta: Le infrastrutture viarie precarie rappresentano un ostacolo significativo. Molti pazienti rinunciano a cure tempestive a causa delle difficoltà logistiche. Migliorare la rete dei trasporti è essenziale per garantire un accesso equo ai servizi sanitari.
Domanda: Ha notato differenze significative nell’accesso alle cure tra le aree urbane e quelle rurali del Cilento?
Risposta: Assolutamente sì. Le aree urbane, come Roma o Napoli, beneficiano di una maggiore concentrazione di strutture sanitarie, mentre nelle zone rurali l’accesso è limitato, amplificando le disuguaglianze.
3. Novità e sviluppi nella sanità cilentana
Domanda: Ci sono iniziative recenti o future che mirano a migliorare i servizi sanitari nel Cilento?
Risposta: Sì, sono in corso progetti regionali per potenziare le strutture sanitarie locali. Un esempio è l’Unità Funzionale di Oculistica della Clinica Cobellis, che offre tecnologie all’avanguardia per trattare patologie complesse come malattie della retina e problematiche relative all’Oftalmoplastica e alla patologia tumorale dell’orbita.
Domanda: Qual è il suo coinvolgimento in progetti o collaborazioni volte a potenziare l’assistenza sanitaria nella regione?
Risposta: Collaboro con la Clinica Cobellis, dove, insieme al Prof. Vincenzo Petitti, utilizziamo tecnologie avanzate per offrire interventi chirurgici sicuri e personalizzati. Sono in programma anche corsi di formazione per il personale sanitario finalizzati a migliorare la gestione e la qualità dell’assistenza.
4. La sanità nel Cilento: branca professionale o missione sociale?
Domanda: Nel contesto cilentano, vede la pratica medica più come una professione o come una missione sociale?
Risposta: Operare nel Cilento è una missione sociale. Le necessità della comunità richiedono un approccio empatico e personalizzato. Ogni intervento è volto non solo a curare, ma anche a migliorare la qualità della vita dei pazienti. Molto spesso, si tratta di pazienti anziani privi di un riferimento ausiliario nel proprio nucleo familiare, nella maggior parte dei casi destrutturato a causa dell’assenza della componente giovanile sollecitata ad emigrare per motivazioni di lavoro. Questo comporta la mancanza di un caregiver necessario in moltissime procedure terapeutiche.
Domanda: Come riesce a bilanciare le esigenze professionali con le necessità della comunità locale?
Risposta: Grazie a una squadra motivata e a collaborazioni con strutture come la Clinica Cobellis, che fornisce un assoluto supporto in termini di sicurezza assistenziale anche in pazienti con elevata complessità sistemica. Bisogna considerare che tutte le procedure vengono eseguite con il supporto dell’anestesista. Insieme, offriamo soluzioni innovative accessibili, garantendo sostenibilità economica e sicurezza assistenziale.
5. Formazione e sensibilizzazione sanitaria
Domanda: Quali strategie ritiene efficaci per promuovere la prevenzione e la consapevolezza delle malattie oculari tra i residenti del Cilento?
Risposta: Campagne informative, screening periodici e programmi educativi sono fondamentali. Sensibilizzare la popolazione sui rischi di malattie come la retinopatia diabetica può prevenire complicazioni gravi. Si tenga conto che per la prevenzione di patologie come la retinopatia diabetica attualmente si utilizzano tecnologie di ultima generazione come l’angio-OCT che permettono di diagnosticare già in fase pre-clinica la presenza della malattia. In sintesi, queste tecnologie riescono a superare brillantemente i limiti della visione di indagine dell’occhio umano.
Domanda: Ci sono programmi educativi o collaborazioni con istituzioni locali per migliorare la salute visiva nella comunità?
Risposta: Sì, abbiamo in programma la strutturazione di corsi specifici sia in presenza, sia online in collaborazione con università e aziende tecnologiche per espertizzare il personale sanitario, infermieri e OSS, nella gestione delle procedure degli interventi di oculistica avanzata.
6. Collaborazioni e reti professionali
Domanda: Come descriverebbe la collaborazione tra i professionisti sanitari nel Cilento?
Risposta: Esistono margini di miglioramento. Una rete più stretta tra pubblico e privato è essenziale per ottimizzare l’assistenza sanitaria territoriale.
Domanda: Esistono reti o associazioni locali che supportano i medici nella loro pratica quotidiana?
Risposta: Alcune associazioni offrono supporto, ma c’è bisogno di creare un sistema di rete che permetta di migliorare la tempistica e la efficacia delle prestazioni sanitarie.
7. Futuro della sanità nel Cilento
Domanda: Quali sono le sue speranze e aspettative per il futuro dei servizi sanitari nella regione?
Risposta: Spero in un sistema sanitario integrato, capace di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro posizione geografica e dal loro status economico.
Domanda: In che modo la comunità e le autorità locali possono contribuire a migliorare l’assistenza sanitaria nel Cilento?
Risposta: Investendo nelle infrastrutture e promuovendo una cultura della salute. La collaborazione tra cittadini, medici, manager della sanità e istituzioni è fondamentale per superare le sfide attuali e costruire un futuro migliore per la sanità locale. Il concetto fondamentale è che la qualità dell’assistenza sanitaria è parte integrante dello sviluppo economico, turistico e commerciale dell’intero territorio.
Tomografia della retina: Esame che permette in pochi minuti, senza dilatare la pupilla e senza mezzo di contrasto di eseguire indagini approfondite sulla retina. Questa tecnologia viene utilizzata per lo screening delle malattie della retina, compresa la retinopatia diabetica molto frequente nel Cilento.
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