«La vendetta del boss. L’omicidio di Salvia» a Castelnuovo Cilento la presentazione del libro di Mattone
| di Marianna ValloneSarà presentato stasera alle ore 21:00 in piazza Municipio a Castelnuovo Cilento il libro “La vendetta del boss. L’omicidio di Giuseppe Salvia” (Guida Editori) di Antonio Mattone. Dopo i saluti del Sindaco di Castelnuovo Cilento Eros Lamaida, seguiranno gli interventi di Alfonso Andria, presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali – Ravello e di Caterina Sergio, direttrice del carcere di Vallo della Lucania. Modera la giornalista Carmela Santi.
Nella cuore del Cilento verrà presentato, con il patrocinio morale del Comune di Castelnuovo Cilento, un libro che è nello stesso tempo un’inchiesta, un saggio e un romanzo. Un volume che ripercorre la vicenda del vicedirettore del carcere di Poggioreale ucciso nel 1981 dalla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo perché cercava di contrastare il suo potere all’interno del penitenziario, e che contiene anche una descrizione della vita a Poggioreale in quegli anni, con un collegamento ad alcuni avvenimenti che accaddero in quel periodo, come il rapimento di Ciro Cirillo e le vicende del terrorismo.
Nel libro vengono ripercorse le motivazioni e le ipotesi per cui Cutolo decise di ucciderlo, la cronaca del giorno dell’omicidio, le fasi del processo e una conclusione finale sulla figura di Salvia. Le fonti principali utilizzate sono state gli atti del processo, i registri dell’epoca del carcere di Poggioreale, la cartella biografica di Salvia presente presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e oltre 80 interviste fatte a familiari, avvocati, amici di infanzia, colleghi del carcere, agenti e carcerati dell’epoca, ex-terroristi, magistrati, inquirenti. Tra le testimonianze inedite quelle di Raffaele Cutolo e di Mario Incarnato, autore dell’omicidio.
Una vicenda dimenticata che a distanza di 40 anni riemerge, facendo venire alla luce omissioni, connivenze e storie di malavita, ma anche la figura di un valoroso e fedele servitore dello Stato che non si piegò davanti all’arroganza del boss di Ottaviano e che rappresenta un esempio di onestà e rettitudine per le giovani generazioni.
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